Addio a Claudio Lolli menestrello dell’impegno
Poeta e scrittore, si è spento dopo una lunga malattia Era uno dei simboli della canzone d’autore anni 70
È morto, dopo lunga malattia, Claudio Lolli. Era nato il 28 marzo 1950 a Bologna. Da sempre affascinato dalla Beat Generation e da autori come Allen Ginzberg, Lawrence Ferlinghetti, Gregory Corso, durante il liceo inizia a scrivere le prime canzoni. Che riuscirà a far ascoltare a Francesco Guccini. Ricordando gli esordi Lolli dichiarò: «Quando un adolescente c’ha per mano una chitarra... che cosa può fare se non scrivere delle poesie, delle canzoni, dei racconti...».
Claudio Lolli era un cantautore impegnato, giro di Francesco Guccini/osteria delle Dame. Duro e puro, ha lasciato canzoni dai testi forti, sanguigni, decisamente schierati. Basti pensare a un brano come «Borghesia»: «Vecchia piccola borghesia per piccina che tu sia non so dire se fai più rabbia, pena, schifo o malinconia». Questo brano, insieme ad altri come «Ho visto anche degli zingari infelici», probabilmente l’unica canzone in difesa dei rom mai creata da un cantautore, ne fanno una bandiera dell’utopia Sessantottina.
Un artista difficilmente etichettabile, un menestrello dell’impegno Claudio Lolli, grazie appunto a Guccini, riesce a incidere quattro album. Il primo, «Aspettando Godot» evoca lo stile di Guccini e anche quello di De Andrè.
Pur con le ingenuità tipiche di ogni opera prima, emergono alcune tematiche caratteristiche dei dischi successivi di Lolli: l’impegno politico (in «Borghesia» e in «Quelli come noi»), il disagio esistenziale (in «L’isola verde» o in «Quanto amore»), la critica all’istituzione familiare (in «Quando la morte avrà», dedicata al padre), l’anticlericalismo (ancora in «Quelli come noi»), il senso della vita. Oltre a temi politici, Lolli ha saputo trattare, nell’arco di una trentina d’anni, svariati temi quali l’amicizia («Michel»), la desolazione e la crisi, sociali e culturali («Ho visto anche degli zingari felici»).
Nel 1972 esce, appunto, «Aspettando Godot» che è un manifesto programmatico. Canta di amicizia, di delusione e soprattutto punta il dito contro «la vecchia piccola borghesia». I testi sono feroci, ma l’approccio no, l’approccio di Lolli è sempre poetico, garbato, malinconico. «Ho visto anche degli zingari felici», del Con il cilindro