Il virus del Nilo in Pianura Padana Un’altra vittima e boom di contagi
In un anno 8 morti tra Veneto e Emilia-romagna. Zanzare, il nodo disinfestazioni
VENEZIA Ormai nella Pianura Padana si parla di epidemia di West Nile. Nel Veneto (indenne solo Belluno), prima regione d’italia in cui il virus comparve nel 2008 (a Rovigo), i 31 contagi del 2017 sono quasi triplicati agli attuali 89, dei quali 25 in forma grave. E ieri è stata resa nota la quarta vittima, Teresa Rodegher, 85 anni di San Giovanni Lupatoto, affetta da leucemia, a fine luglio ricoverata all’ospedale Borgo Roma di Verona per accertamenti e spirata a Ferragosto. Prima di lei l’infezione aveva ucciso un 86enne veronese, un 89enne di Este (Padova) e una malata di tumore trevigiana. Triste bilancio comune all’emilia-romagna, che registra una 85enne morta all’ospedale di Faenza, due cardiopatici deceduti a Ferrara e una vittima a Cento. Altri 4 casi a Pordenone, uno grave.
Un’escalation favorita dal clima caldo e umido e che ha indotto il ministero della Salute a inviare alle due Regioni una nuova circolare per esortarle al contrasto dei vettori, le zanzare, e all’informazione alla popolazione per evitare punture. «Il West Nile è imprevedibile — dice il dottor Federico Gobbi, medico del Sacro Cuore di Negrar, l’irccs per le Malattie tropicali che ha aiutato la Regione a impostare il sistema di sorveglianza — non esistono vaccino né terapia specifica, si curano i sintomi. Su 2.500 persone infette una muore, 9 sviluppano meningoencefalite e sopravvivono con o senza conseguenze, 490 accusano sintomi simil-influenzali e duemila sono asintomatiche. Il virus non ha una mortalità alta, ma quest’anno si è manifestato in anticipo, cioè a giugno, e non a fine luglio come sempre».
La prima positività è stata riscontrata il 12 giugno in un pool di zanzare finite in una trappola posizionata dall’istituto zooprofilattico delle Venezie. Nel Veneto ci sono 55 trappole, che hanno bloccato 107.035 zanzare di 14 specie ma per il 78% Culex pipiens.
«Al culmine della diffusione del virus, a luglio, le zanzare infette erano il 30%, ora sono scese al 10% perché le giornate sono più corte e meno umide», spiega Giorgio Palù, presidente delle Società europea e italiana di Virologia, che nel 2011 ha sequenziato il genoma del West Nile, definendo i ceppi Po, Piave e Livenza. L’équipe veneta ha testato con successo sulle scimmie un vaccino, in attesa di fondi per la sperimentazione. «La situazione è sotto controllo» assicura Luca Coletto, assessore veneto alla Sanità. Lo screening sui donatori di sangue e organi ha identificato 150 infetti, 50 con meningoencefalite. Coletto replica ai media austriaci che sconsigliavano ai connazionali le ferie in Italia: «Allarmi infondati». Ma i sindaci sono preoccupati. «La disinfestazione può costare da 50 mila a oltre 150 mila euro — dice l’anci Veneto — e l’alternanza tra caldo e pioggia ha vanificato l’effetto dei larvicidi».