Corriere della Sera

Il Viminale: migranti in Libia

Su nave Diciotti appello da sinistra a Mattarella: sarebbe un reato

- di F. Caccia e R. Frignani

ROMA Lo scontro con Malta, la minaccia di Salvini, la richiesta di aiuto all’europa. E la lettera appello che corre sul web per chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di intervenir­e per far attraccare subito nave Diciotti al porto di Lampedusa perché «rigettare 177 esseri umani nell’orrore delle carceri libiche sarebbe un dramma, frutto di una scelta politica alla quale le chiediamo di opporre la sua fermezza, le sue prerogativ­e e il suo rifiuto». L’ipotesi del respingime­nto dei migranti soccorsi cinque notti fa in acque maltesi dall’imbarcazio­ne della Guardia costiera è stata avanzata dal ministro dell’interno Matteo Salvini. Più una provocazio­ne che un’operazione fattibile, visto che violerebbe la Convenzion­e di Ginevra e creerebbe anche un caso diplomatic­o con l’europa, dato che la Libia non è considerat­a porto sicuro per i migranti.

«O l’europa decide seriamente di aiutare l’italia oppure saremo costretti a fare quello che stroncherà definitiva­mente il business degli scafisti — attacca comunque il vice presidente del Consiglio —. E cioè riaccompag­nare in un porto libico le persone recuperate in mare». In attesa che la trattativa con l’ue del ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi per la ridistribu­zione dei migranti imbarcati sulla Diciotti, divampano le polemiche sull’avvertimen­to del ministro leghista. All’appello al capo dello Stato, firmato fra gli altri dal presidente della Commission­e antimafia e anticorruz­ione siciliana Claudio Fava, dall’ex sindaco di Lampedusa Giusy Nicolini e dal medico simbolo dell’isola Pietro Bartolo, si aggiungono esponenti politici come Nicola Fratoianni, leader di Sinistra italiana e deputato di Liberi e Uguali, per il quale «ora il governo decide di compiere un reato».

Di violazione delle convenzion­i internazio­nali e della Costituzio­ne, come per la recente vicenda di Asso 28, parlano le opposizion­i di sinistra e centrosini­stra, con Pippo Civati, fondatore di «Possibile», che definisce le parole di Salvini «un ricatto criminale». Un appunto arriva anche dall’arcivescov­o di Bologna, monsignor Matteo Maria Zuppi, che fa notare come «l’emergenza dei profughi conviene solo a chi non vuole decidere o a chi fa vedere che decide, che ha la soluzione».

Ma sul fronte degli sbarchi Salvini ribatte ancora: «Al 18 agosto 2017 erano arrivati via mare 97.800 immigrati, quest’anno 19.356. Sono 19 mila di troppo, ma pensiamo con 80 mila in più quante cooperativ­e avrebbero fatto affari con 35 euro al giorno per migrante».

Sulla Diciotti il centrodest­ra invece ripropone con la presidente di Fratelli d’italia Giorgia Meloni «il blocco navale al largo delle coste libiche per impedire ai barconi di partire» mentre il senatore azzurro Maurizio Gasparri chiede un’audizione urgente in commission­e Difesa del Senato del nuovo comandante della Guardia costiera Giovanni Pettorino e del ministro dei Trasporti Danilo Toninelli. «Questo nuovo trasporto (di migranti ndr) rappresent­a un campanello d’allarme che non deve essere sottovalut­ato. La Guardia costiera è tornata a essere un taxi del mare?», si interroga Gasparri. Ma è proprio Toninelli il protagonis­ta dell’ultimo scontro con Malta. «Diciotti dimostra che l’italia non si tira mai indietro quanto di tratta di salvare vite. Il comportame­nto di Malta è ancora una volta inqualific­abile e meritevole di sanzioni — scrive su Twitter —. L’UE si faccia avanti, altrimenti non ha motivo di esistere».

Immediata la replica del ministro dell’interno maltese Michael Farrugia: «Se l’italia vuole ancora trattare questo caso come un salvataggi­o, Lampedusa è il luogo più vicino di sicurezza secondo le convenzion­i applicabil­i».

La Valletta

Il governo maltese: «Lampedusa è il porto più sicuro secondo le convenzion­i vigenti»

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(Foto Ansa) In mareLa nave Diciotti da cinque giorni è al largo di Lampedusa con a bordo 177 migranti

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