Pronto il piano per gli sfollati Le prime case consegnate oggi
L’assessore (e psicologo) Scajola: iter delicato A Torino striscioni dei tifosi: «Vicini a Genova»
«Io sono uno psicologo, certe situazioni le conosco. So bene che accettare un cambiamento così repentino e così totale non è facile, soprattutto per le persone più anziane che sono abituate a quelle pareti, a quell’arredo, agli spazi in cui magari vivono da una vita. Ci vuole delicatezza, sensibilità».
Marco Scajola, assessore regionale all’edilizia e all’urbanistica, guarda la questione sfollati come politico, certo, ma anche da psicologo, appunto. Per provare ad affrontarla quanto più possibile con l’umana comprensione di chi è stato costretto a lasciare improvvisamente la propria casa. Non si tratta soltanto di convincere tutti (anche chi non ha casa proprio sotto il ponte) del rischio che i resti ancora in piedi del Morandi possano venir giù da un momento all’altro. E la delicatezza di cui parla Scajola non sta nel trovare un altro tetto sotto il quale dormire. Ci sono in ballo le relazioni sociali del quartiere, i bambini e i ragazzi che hanno scuole da raggiungere nell’area del ponte crollato, i vecchi che faticano anche solo a immaginare un distacco temporaneo dalle loro case, le comunità straniere da non smembrare.
In questi giorni di emergenza la politica — a ogni livello — si è mossa seguendo tutto questo e incrociando le richieste e le esigenze degli sfollati con gli appartamenti a disposizione. I dati sono questi: sono rimaste senza un tetto circa 600 persone che (il calcolo esatto è ancora in aggiornamento) corrispondono più o meno a 300 nuclei familiari. Oggi sono disponibili e già pronti 45 alloggi e i primi due saranno consegnati nel pomeriggio in via San Biagio di Polcevera, poco lontano dal punto del crollo. Sono case (individuate il più vicino possibile al ponte Morandi) recuperate dal patrimonio dell’arte, società pubblica controllata dalla Regione Liguria. Ce ne sono poi 37, nuove, messe a disposizione dalla Cassa depositi e prestiti e altre 300 (metà dell’arte e metà del Comune) che sarebbero disponibili ma che hanno bisogno di ristrutturazioni e che quindi potranno essere consegnate nei prossimi mesi.
Per dirla con il presidente della Regione Giovanni Toti: «La macchina sta funzionando grazie agli sforzi di tutti, a cominciare da chi lavora senza sosta né visibilità dietro le quinte di quest’emergenza». Per esempio Ilaria Cavo, assessore all’istruzione che si sta dando da fare per garantire la mobilità di bambini e ragazzi sfollati verso le scuole e per non dividere le loro classi.
L’assessore alla protezione civile Giacomo Giampedrone annuncia, proprio per il piano casa degli sfollati, l’utilizzo dei primi 5 milioni stanziati dal governo e si dice «molto preoccupato» per le macerie del ponte sul torrente Polcevera. «Toglierle da lì è una nostra priorità, prima che arrivi settembre con le sue piogge».
«Vicini alla città di Genova» è il messaggio che i tifosi di Toro e Roma — ieri allo stadio Olimpico di Torino — hanno mandato alla città e alle famiglie sfrattate che saranno sistemate seguendo criteri di necessità (si comincia da nuclei familiari con persone disabili o bambini in età scolare e prescolare). Avranno il trasloco (dove sarà possibile farlo) e gli allacciamenti idrici ed elettrici gratuiti. Se alla casa proposta ne preferiranno una in affitto avranno 600 euro al mese di contributo. Per adesso hanno i pochi oggetti portati via da casa con l’aiuto dei vigili del fuoco. Qualche vestito, piccoli elettrodomestici, spesso album di fotografie.