«Vivevo lì sotto, ma ci stavo bene Adesso non riesco più a dormire»
Arriva alle sette del pomeriggio, di corsa. I vigili del fuoco le danno un casco per lei e uno per suo figlio che però non si vede. E aspettandolo lei dà un’occhiata al ponte sulla sua testa come se fosse la prima volta che lo vede. «Più lo guardo, più penso a questa storia e più ci sto male. Adesso i ponti mi terrorizzano» dice. Si chiama Patrizia Salmonise, ha 55 anni e una casa abbandonata in tutta fretta dopo il crollo del Morandi. «Era casa mia, comprata con tanti sacrifici» abbassa gli occhi. «Ci vivevo da sola e ci stavo bene anche con il ponte sulla testa perché poi, alla fine, a queste cose ti abitui e non ci fai più caso. Adesso non riesco più a dormire. Chiudo gli occhi e sento il rumore del ponte che viene giù, mi sembra di vederlo mille volte». Sta andando a recuperare qualcosa che la faccia sentire meno lontana da casa, Patrizia. «Ci sono già stata e ho preso vestiti, fotografie, la televisione. Mi sono sistemata da
Avevo appena comprato la cucina, e la sto ancora pagando a rate Ora ho perso tutto, sotto quelle macerie c’è rimasto anche il mio cuore
mio fratello per adesso, ma ho bisogno dei miei spazi, della mia autonomia e spero che mi diano in fretta un posto dove stare in attesa che qui decidano il da farsi». Guarda il figlio che finalmente sta arrivando e mette in fila flash che la riportano alla palazzina rosa in fondo alla strada, al suo appartamento: «Avevo appena comprato una bellissima cucina, la sto ancora pagando a rate. Ora ho perso tutto. Peggio di così non so immaginare niente. Sotto quelle macerie c’è rimasto anche il mio cuore».