Corriere della Sera

Russiagate, il legale di Trump parla 30 ore

Il presidente americano: l’ho autorizzat­o io. Ma poi attacca l’inchiesta: maccartism­o al suo peggio

- DALLA NOSTRA INVIATA Crazy Rich Asians è uscito (Epa) M.PA. Crazy Rich Asians (Evan Agostini/ Invision/ap)

Le tappe

● Nel dicembre 2015 hacker russi interferis­cono con la campagna elettorale Usa

● Il 15 giugno 2017 il procurator­e speciale Robert Mueller inizia a indagare su Trump: «ostruzione alla giustizia»

Nemmeno di domenica mattina è riuscito a stare lontano da Twitter: dal suo account, ancora una volta, Donald Trump ha preso di mira i giornali e l’inchiesta del superprocu­ratore Robert Mueller sulle interferen­ze russe nelle presidenzi­ali 2016 e la potenziale collusione con la campagna del tycoon. «Una caccia alle streghe, il maccartism­o al suo peggio», secondo il presidente americano, innervosit­o da un lungo pezzo del New York Times in cui si racconta di come il consulente legale della Casa Bianca Don Mcghan stia collaboran­do con Mueller: 30 ore di testimonia­nze negli ultimi nove mesi in cui avrebbe condiviso dettagli su episodi, come il licenziame­nto È una commedia romantica, e anche un po’ un tuffo nel lusso stile Il diavolo veste Prada, ma per gli oltre venti milioni di asioameric­ani che vivono negli Stati Uniti è molto di più: una barriera che cade, un segno di emancipazi­one, una festa. Crazy Rich Asians è la storia di Nick e Rachel, entrambi giovani professori della New York University, e dello choc culturale di lei, cresciuta da una mamma single di origini cinesi, quando incontra la famiglia di lui, figlio di un ultra miliardari­o di Singapore. Il film, tratto dal bestseller di Kevin Kwan, è il primo da 25 anni a questa parte con un cast interament­e asiatico e asiatico americano, compreso il regista, Jon M. Chu.

Ma arrivarci non è stato facile. Quando i produttori hanno avvicinato Kwan per opzionare la storia prima ancora che arrivasse in libreria, volevano già assicurars­i che Rachel fosse bianca. «Non mi ha sorpreso scoprirlo», ha commentato l’americana di origini taiwanesi Constance Wu, che ha poi ottenuto la parte della protagonis­ta, e ora si staglia bellissima, avvolta in una pelliccia gialla, sulla copertina di Time dopo anni passati a battersi contro il whitewashi­ng

(la pratica di «sbiancare» gli attori) di Hollywood, soprattutt­o nei confronti delle donne. Dei primi cento film del 2017, circa due terzi non avevano nemmeno un personaggi­o femminile asiatico; il 64% delle serie tv neanche un personaggi­o asiatico in generale. Con Crazy Rich Asians, per la prima volta una generazion­e di ragazze e giovani donne — nello stesso anno in cui Sandra Oh (ex Grey’s anatomy) è stata la prima asioameric­ana a essere candidata all’emmy come attrice protagonis­ta — potrà sognare attraverso star dai volti familiari. «Quando vedi qualcuno che ha i tuoi lineamenti, ti mostra quello che è possibile. Non solo essere un’attrice. Ma magari un astronauta, un presidente. negli Stati Uniti il 16 agosto scorso del capo dell’fbi James Comey, centrali per capire se da parte della presidenza ci fu ostruzione alla giustizia. Una notizia che ha sorpreso Washington: Mcgahn avrebbe potuto invocare il segreto profession­ale.

Ma Trump sostiene che è tutto voluto: «Ho consentito io a lui e a tutti gli altri di testimonia­re. Non ero tenuto. Non ho niente da nascondere», ha twittato, anche se secondo il Times Mcgahn ha deciso di collaborar­e per non trovarsi lui stesso in una situazione legalmente rischiosa. Il presidente ha espresso però pubblica fiducia nei confronti del suo consulente, dicendo che non è un «ratto» come John Dean, il legale della Casa Bianca che decise di cooperare con gli investigat­ori e fu decisivo per far cadere la presidenza Nixon (ma dovette comunque scontare una sentenza per ostruzione alla giustizia). E proprio Dean ieri ha commentato: «Al contrario di Nixon Trump non lascerà di sua volontà e con grazia».

Secondo l’avvocato esterno di Trump, Rudy Giuliani, invece la fuga di notizie non è che un segnale di panico da parte del team di Mueller, un modo per convincere il presidente che ha bisogno di spiegarsi, e quindi spingerlo a testimonia­re. In realtà a esercitare pressione da giorni affinché Mueller chiuda la sua indagine prima delle elezioni di medio termine è proprio l’ex sindaco di New York. Intanto il consiglier­e per la sicurezza nazionale John Bolton ha provato a spostare l’attenzione su Pechino: non diversamen­te da Russia e Iran, ha detto, vuole interferir­e sul voto americano. Michelle Yeoh, Ken Jeong, Henry Golding, Nora Lum (nota come Awkwafina) e Constance Wu parlano in pubblico del film agli Aol Studios di New York

 ??  ?? Avvocato Don Mcgahn, 50 anni, è legale della Casa Bianca. Ha collaborat­o spontaneam­ente come testimone con il team investigat­ivo che indaga sul Russiagate
Avvocato Don Mcgahn, 50 anni, è legale della Casa Bianca. Ha collaborat­o spontaneam­ente come testimone con il team investigat­ivo che indaga sul Russiagate
 ??  ?? Il cast Da sinistra, gli attori di
Il cast Da sinistra, gli attori di
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Al cinema Il film

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