La deriva dei tuttologi
Durante i Mondiali di calcio, si sa, gli italiani diventano tutti commissari tecnici. Ma da alcuni anni le metamorfosi di questo popolo, grazie all’aiuto di una tastiera, sono diventate continue e spasmodiche: dopo un terremoto si scoprono tutti sismologi; si parla di vaccini e diventano tutti medici immunologi; crolla un ponte ed ecco che sono tutti ingegneri strutturisti o avvocati contrattualisti; aumenta lo spread e ci ritroviamo circondati da esperti di macroeconomia e finanza... Tutto condensato in fiumi di parole sul web, interminabili sequenze di post, commenti, opinioni, invettive. Internet ha reso più rapida e capillare la diffusione delle informazioni, ma il dilagare dei social network ha generato un mondo di tuttologi da tastiera, persone che sparano opinioni e sputano sentenze senza saper nulla di ciò che scrivono, inseguendo ipotesi, teoremi e dietrologie, rilanciando notizie spesso inventate e inverosimili, senza alcuna verifica delle fonti e neppure un barlume di spirito critico. Tanto, non costa nulla spargere nella rete milioni di byte di contenuti spazzatura, e non si paga nulla se quel che si dice è falso, offensivo o stupido. Eppure, i danni che provoca tutto ciò sono spaventosi: in un’epoca in cui l’informazione viaggia sui social più che sugli organi di stampa, il diffondersi di una fake news ha il potere di orientare coscienze e opinioni, di influenzare la politica e l’economia, di far fallire un’azienda o di far vincere o perdere elezioni.
Di questi tempi, qualsiasi notizia su Internet andrebbe filtrata e verificata attentamente prima di essere presa in considerazione... e invece accade il contrario: si condivide, si inoltra, si commenta qualsiasi contenuto, presi dalla foga di partecipare, senza nemmeno leggere fino in fondo. La libertà di opinione sta lasciando il posto alla libertà di diffondere qualsiasi stupidaggine e anche di mentire, più o meno consapevolmente, più o meno in buona fede. Con la politica che cavalca il trend: un like oggi, un probabile voto domani.
A cosa porterà tutto questo? Cosa diventeranno le generazioni future, che dovrebbero formare il proprio spirito critico in un mondo di informazioni così superficiali e manipolabili?