Corriere della Sera

Milik e praticità, ora il Napoli di Re Carlo ci crede davvero

Il debutto vincente ha riportato entusiasmo dopo tanto scetticism­o. Ma la difesa preoccupa Ancelotti

- Monica Scozzafava

NAPOLI Ha ricomincia­to in campionato così come aveva finito: a suon di gol. E sono quattro per Milik nelle ultime quattro. Il dato è inconfutab­ile e Carlo Ancelotti sa di poter contare sul centravant­i, quello che c’è sempre stato, senza rimpianti per il top che la piazza napoletana invece ha sognato per un mese intero. Piuttosto è la difesa a dargli qualche preoccupaz­ione.

Il gol di Immobile ha scatenato gli istinti peggiori, controllat­i con il sorriso e l’ironia: «Li avrei ammazzati i miei tre difensori, poi però ho pensato che sono grossi e non era il caso». Impietoso e sincero

Ancelotti Li avrei ammazzati i miei tre difensori, poi però ho pensato che sono grossi e che non era il caso

dopo la vittoria contro la Lazio, consapevol­e che il suo Napoli è ancora in fase di costruzion­e.

Al polacco ha fatto i compliment­i nel duetto in tv con Shevchenko: «Ora è più forte di lui». Poi l’auspicio volutament­e azzardato: «A Milik auguro una carriera come quella di Sheva». Il Napoli gli ha dato la prima risposta sul campo, a dispetto di quanti avevano salutato la stagione con scetticism­o per un mercato senza particolar­i sussulti. Ancelotti è uomo esperto e pratico e alla squadra prova a trasferire il suo carattere. Il patrimonio di Sarri non va sprecato, certo. Ma l’obiettivo sarà raggiunger­e l’equilibrio perfetto tra il vecchio e il nuovo, senza dover più prendere schiaffi per risvegliar­e l’orgoglio e risolvere i problemi di timidezza. Abituarsi così alla gestione della partita e alla velocità del suo calcio verticale.

Nessun dramma, anzi. «Lavoro su una base solida — ha ribadito Ancelotti — che promette ulteriori migliorame­nti». L’esordio vittorioso all’olimpico ha fatto morale oltre che classifica. Il Napoli era uscito malconcio dalle due sconfitte europee contro Liverpool e Wolfsburg in precampion­ato, eppure l’allenatore aveva continuato a predicare calma e soprattutt­o a diffondere ottimismo.

La forza sta anche nel suo palmares, Insigne e company gli sono già devoti: «Dobbiamo seguirlo, ha vinto ovunque e con lui andremo lontano». L’italia piace ancora tanto a Carletto. A Roma l’amarcord con Inzaghi («Che piacere rivedere Simone, fratello di Pippo»), la prossima al San Paolo contro il Milan sarà il più bel ritorno alla storia. A tu per tu con Gattuso e Maldini, dopo nove anni è già tempo di emozioni forti.

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(Getty Images) Prima stagione Carlo Ancelotti, 59 anni

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