Milik e praticità, ora il Napoli di Re Carlo ci crede davvero
Il debutto vincente ha riportato entusiasmo dopo tanto scetticismo. Ma la difesa preoccupa Ancelotti
NAPOLI Ha ricominciato in campionato così come aveva finito: a suon di gol. E sono quattro per Milik nelle ultime quattro. Il dato è inconfutabile e Carlo Ancelotti sa di poter contare sul centravanti, quello che c’è sempre stato, senza rimpianti per il top che la piazza napoletana invece ha sognato per un mese intero. Piuttosto è la difesa a dargli qualche preoccupazione.
Il gol di Immobile ha scatenato gli istinti peggiori, controllati con il sorriso e l’ironia: «Li avrei ammazzati i miei tre difensori, poi però ho pensato che sono grossi e non era il caso». Impietoso e sincero
Ancelotti Li avrei ammazzati i miei tre difensori, poi però ho pensato che sono grossi e che non era il caso
dopo la vittoria contro la Lazio, consapevole che il suo Napoli è ancora in fase di costruzione.
Al polacco ha fatto i complimenti nel duetto in tv con Shevchenko: «Ora è più forte di lui». Poi l’auspicio volutamente azzardato: «A Milik auguro una carriera come quella di Sheva». Il Napoli gli ha dato la prima risposta sul campo, a dispetto di quanti avevano salutato la stagione con scetticismo per un mercato senza particolari sussulti. Ancelotti è uomo esperto e pratico e alla squadra prova a trasferire il suo carattere. Il patrimonio di Sarri non va sprecato, certo. Ma l’obiettivo sarà raggiungere l’equilibrio perfetto tra il vecchio e il nuovo, senza dover più prendere schiaffi per risvegliare l’orgoglio e risolvere i problemi di timidezza. Abituarsi così alla gestione della partita e alla velocità del suo calcio verticale.
Nessun dramma, anzi. «Lavoro su una base solida — ha ribadito Ancelotti — che promette ulteriori miglioramenti». L’esordio vittorioso all’olimpico ha fatto morale oltre che classifica. Il Napoli era uscito malconcio dalle due sconfitte europee contro Liverpool e Wolfsburg in precampionato, eppure l’allenatore aveva continuato a predicare calma e soprattutto a diffondere ottimismo.
La forza sta anche nel suo palmares, Insigne e company gli sono già devoti: «Dobbiamo seguirlo, ha vinto ovunque e con lui andremo lontano». L’italia piace ancora tanto a Carletto. A Roma l’amarcord con Inzaghi («Che piacere rivedere Simone, fratello di Pippo»), la prossima al San Paolo contro il Milan sarà il più bel ritorno alla storia. A tu per tu con Gattuso e Maldini, dopo nove anni è già tempo di emozioni forti.