Nessun messaggio dal leader M5S, Fico deluso
Ma la ministra Lezzi lo difende: la Lega non dia lezioni alla terza carica dello Stato
ROMA È stato il primo ad aprire una breccia nel muro e dopo di lui, nel chiedere umanità e una soluzione per i migranti della Diciotti, sono arrivati in tanti. Le parole di Roberto Fico, e il duro scontro con Matteo Salvini, fanno uscire il Movimento da un silenzio che segnalava, sia pure subliminalmente, un dissenso rispetto alle modalità d’azione del vicepremier o quantomeno un imbarazzo. Se la strategia era defilarsi e parlare d’altro, il presidente della Camera l’ha infranta, rivendicando la necessità di rispettare la dignità umana. Ma nella messe di messaggi pubblici e privati di solidarietà, dopo l’attacco di Salvini, ne mancano alcuni che il presidente della Camera si aspettava: quello di Luigi Di Maio, che preferisce rilanciare la sfida all’europa; quello di Danilo Toninelli, «fisso al telefono» dalla Costa Azzurra ma non sul numero di Fico; e quello dei capigruppo dei 5 Stelle. Francesco D’uva, anzi, spiega: «Ai media e alle forze d’opposizione fa più comodo spostare l’attenzione sulla questione migranti per mettere da parte le responsabilità dei Benetton-autostrade per l’italia sulla tragedia di Genova».
Eppure Fico, nonostante la delusione per la mancata difesa dei vertici, può dirsi soddisfatto, perché ha tenuto fede alle sue posizioni critiche, anche se, come sempre, mai di rottura. E perché ha incassato il sostegno di molti esponenti del Movimento. C’è Paola Nugnes, che dopo l’intervista al Corriere, lancia l’hashtag #robertoficoèilmovimento. Ma c’è anche un ministro, come Barbara Lezzi. che si rivolge al vicepremier: «Caro Salvini, l’italia ha fatto il suo dovere salvando i migranti. Restando doverosa la pretesa di condivisione europea, nessuno deve impartire lezioni alla terza carica dello Stato circa la prerogativa di esprimere legittime posizioni». Elena Fattori aggiunge: «Salvini non ha nessun diritto di obiettare sulle dichiarazioni del presidente della Camera. Solidarietà a Fico». E Andrea Colletti, un altro che non ha paura di parlare a voce alta, va oltre la solidarietà per attaccare direttamente il ministro dell’interno: «Invece di blaterare, farsi selfie e dirette Facebook, Salvini inizi a rendere più efficienti le commissioni territoriali per il riconoscimento delle protezioni internazionali».
E poi ci sono Mirella Liuzzi e un drappello di campani, proprio come Fico. C’è Luigi Gallo, da sempre vicino al presidente della Camera, ma si espongono anche neoparlamentari come Gilda Sportiello: «La decisione di non far sbarcare le persone dalla Diciotti non può appartenermi, non può appartenere al mio Movimento». E come la napoletana Doriana Sarli. Che attacca: «Di Maio sta facendo un ottimo lavoro ma sui diritti civili subiamo un’impostazione leghista che sta fomentando odio e paura. Cosa stiamo diventando?». Domanda che più di uno nel Movimento si sta ponendo.
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