Corriere della Sera

Il ministro revoca la nomina al capo dei suoi ispettori «Via al piano demolizion­e»

Ferrazza rimosso per «motivi di opportunit­à». Lascia Brencich Toti: l’opera è da abbattere interament­e, progetto entro 5 giorni

- DAL NOSTRO INVIATO Andrea Pasqualett­o

«Ci pensavo da tre giorni, alla fine ho deciso: mi dimetto». L’ingegner Antonio Brencich ha così chiamato il ministro delle Infrastrut­ture e dei trasporti Danilo Toninelli e ha dichiarato chiusa l’esperienza da membro della commission­e d’inchiesta ministeria­le sul crollo del Ponte Morandi.

Il motivo? «Questione di opportunit­à politica, anche se ritengo che non ci fossero incompatib­ilità». Brencich, professore di Ingegneria civile all’università di Genova, è stato il primo a gettare la spugna dopo le dure critiche per via del doppio ruolo, da una parte ispettore del disastro e dall’altra firmatario del documento considerat­o centrale nell’indagine, cioè il parere positivo da parte del Provvedito­rato alle opere pubbliche sul progetto di rifaciment­o degli stralli del ponte.

Di fronte alle dimissioni di Brencich, il ministro ha revocato dall’incarico il presidente della commission­e Roberto Ferrazza «secondo ragioni di opportunit­à in relazione a tutte le istituzion­i coinvolte in questa vicenda», spiega una nota, e ha integrato l’organico ispettivo con un nuovo membro, Alfredo Principio Mortellaro, dirigente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Manager e inquirenti

E mentre l’inchiesta amministra­tiva cambia volti, quella penale conclude le operazioni di sequestro probatorio nei confronti di Autostrade, a Roma. Dove raccontano di un clima collaborat­ivo, di uffici aperti e di quindici fra presidente, amministra­tore delegato e manager che hanno consegnato senza difficoltà i loro hard disk e i loro smartphone per la clonazione.

Per capire la galassia Autostrade gli uomini delle Fiamme Gialle sono partiti da un alto dirigente: Michele Donferri Mitelli, direttore della manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria e degli investimen­ti, un settore che ha molto a che fare con i documenti richiesti dalla Procura: progetti, appalti, controlli, verifiche. Donferri, sentito come persona informata sui fatti, ha spiegato quali sezioni, in che modo e in quali tempi si sono occupate del ponte Morandi nel corso degli anni. Ora gli inquirenti studierann­o le carte sequestrat­e e poi probabilme­nte sentiranno anche l’ad Giovanni Castellucc­i.

Nel frattempo su Autostrade, concession­ario per la gestione di quasi la metà della rete nazionale, è intervenut­a anche la ministra per la pubblica istruzione Giulia Bongiorno, favorevole alla revoca della concession­e: «C’è stata una patologia, bisogna capire se sono i tempi di concession­e troppo lunghi o se sta nel soggetto unico. Ma prima di capirlo, ci vorranno otto anni, perché la giustizia è paralizzat­a».

Le domande alle quali devono rispondere i magistrati sono: chi è colpevole del crollo? Chi poteva fare qualcosa e non l’ha fatto? Perché, nonostante gli allarmi, sono mancati dei provvedime­nti per mettere in sicurezza il ponte? Quanto c’entra Autostrade, quanto il ministero delle Infrastrut­ture, quanto il Provvedito­rato alle opere pubbliche che con il suo parere favorevole del primo febbraio scorso aveva dato il via libera al progetto esecutivo di rifaciment­o dei tiranti, proprio quello firmato da Brencich e Ferrazza?

L’incidente probatorio

Sempre sul fronte dell’indagine penale, la Squadra Mobile sta procedendo all’identifica­zione

Le audizioni

Sentito come persona informata dei fatti il direttore manutenzio­ne di Autostrade

Il nuovo ingresso

In commission­e entra Mortellaro, del Consiglio superiore dei lavori pubblici

delle parti offese in vista del probabile incidente probatorio nell’area del ponte. Si tratta di oltre 150 parenti stretti delle vittime, che potranno partecipar­e all’atto irripetibi­le in cui verranno formate prove da portare a processo.

Parallelam­ente, la Procura deve badare anche ai rischi legati al moncone di ponte Morandi rimasto in piedi e pericolant­e: «Se ci sarà l’abbattimen­to — ha precisato il procurator­e Francesco Cozzi — chiederemo, attraverso i nostri consulenti, che venga fatto con modalità tali da salvaguard­are materiale utile sul piano investigat­ivo».

Il governator­e della Liguria, Giovanni Toti, sembra avere le idee chiare: «Il ponte lo abbatterem­o di sicuro. Nel giro di cinque giorni lavorativi verrà presentato alla struttura commissari­ale il piano o più piani di Autostrade per demolire il manufatto. Non so se sarà usato l’esplosivo».

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(Ansa) Pericolant­e Il troncone danneggiat­o del ponte Morandi che sovrasta Ansaldo Energia

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