Il ministro revoca la nomina al capo dei suoi ispettori «Via al piano demolizione»
Ferrazza rimosso per «motivi di opportunità». Lascia Brencich Toti: l’opera è da abbattere interamente, progetto entro 5 giorni
«Ci pensavo da tre giorni, alla fine ho deciso: mi dimetto». L’ingegner Antonio Brencich ha così chiamato il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti Danilo Toninelli e ha dichiarato chiusa l’esperienza da membro della commissione d’inchiesta ministeriale sul crollo del Ponte Morandi.
Il motivo? «Questione di opportunità politica, anche se ritengo che non ci fossero incompatibilità». Brencich, professore di Ingegneria civile all’università di Genova, è stato il primo a gettare la spugna dopo le dure critiche per via del doppio ruolo, da una parte ispettore del disastro e dall’altra firmatario del documento considerato centrale nell’indagine, cioè il parere positivo da parte del Provveditorato alle opere pubbliche sul progetto di rifacimento degli stralli del ponte.
Di fronte alle dimissioni di Brencich, il ministro ha revocato dall’incarico il presidente della commissione Roberto Ferrazza «secondo ragioni di opportunità in relazione a tutte le istituzioni coinvolte in questa vicenda», spiega una nota, e ha integrato l’organico ispettivo con un nuovo membro, Alfredo Principio Mortellaro, dirigente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.
Manager e inquirenti
E mentre l’inchiesta amministrativa cambia volti, quella penale conclude le operazioni di sequestro probatorio nei confronti di Autostrade, a Roma. Dove raccontano di un clima collaborativo, di uffici aperti e di quindici fra presidente, amministratore delegato e manager che hanno consegnato senza difficoltà i loro hard disk e i loro smartphone per la clonazione.
Per capire la galassia Autostrade gli uomini delle Fiamme Gialle sono partiti da un alto dirigente: Michele Donferri Mitelli, direttore della manutenzione ordinaria e straordinaria e degli investimenti, un settore che ha molto a che fare con i documenti richiesti dalla Procura: progetti, appalti, controlli, verifiche. Donferri, sentito come persona informata sui fatti, ha spiegato quali sezioni, in che modo e in quali tempi si sono occupate del ponte Morandi nel corso degli anni. Ora gli inquirenti studieranno le carte sequestrate e poi probabilmente sentiranno anche l’ad Giovanni Castellucci.
Nel frattempo su Autostrade, concessionario per la gestione di quasi la metà della rete nazionale, è intervenuta anche la ministra per la pubblica istruzione Giulia Bongiorno, favorevole alla revoca della concessione: «C’è stata una patologia, bisogna capire se sono i tempi di concessione troppo lunghi o se sta nel soggetto unico. Ma prima di capirlo, ci vorranno otto anni, perché la giustizia è paralizzata».
Le domande alle quali devono rispondere i magistrati sono: chi è colpevole del crollo? Chi poteva fare qualcosa e non l’ha fatto? Perché, nonostante gli allarmi, sono mancati dei provvedimenti per mettere in sicurezza il ponte? Quanto c’entra Autostrade, quanto il ministero delle Infrastrutture, quanto il Provveditorato alle opere pubbliche che con il suo parere favorevole del primo febbraio scorso aveva dato il via libera al progetto esecutivo di rifacimento dei tiranti, proprio quello firmato da Brencich e Ferrazza?
L’incidente probatorio
Sempre sul fronte dell’indagine penale, la Squadra Mobile sta procedendo all’identificazione
Le audizioni
Sentito come persona informata dei fatti il direttore manutenzione di Autostrade
Il nuovo ingresso
In commissione entra Mortellaro, del Consiglio superiore dei lavori pubblici
delle parti offese in vista del probabile incidente probatorio nell’area del ponte. Si tratta di oltre 150 parenti stretti delle vittime, che potranno partecipare all’atto irripetibile in cui verranno formate prove da portare a processo.
Parallelamente, la Procura deve badare anche ai rischi legati al moncone di ponte Morandi rimasto in piedi e pericolante: «Se ci sarà l’abbattimento — ha precisato il procuratore Francesco Cozzi — chiederemo, attraverso i nostri consulenti, che venga fatto con modalità tali da salvaguardare materiale utile sul piano investigativo».
Il governatore della Liguria, Giovanni Toti, sembra avere le idee chiare: «Il ponte lo abbatteremo di sicuro. Nel giro di cinque giorni lavorativi verrà presentato alla struttura commissariale il piano o più piani di Autostrade per demolire il manufatto. Non so se sarà usato l’esplosivo».