Di Maio ci ripensa: gara per l’ilva, l’annullamento questione aperta
Il ministro: nuove verifiche. Confindustria: basta rinvii, serve una primavera
Il parere dell’avvocatura dello Stato sull’ilva verrà reso pubblico dal 7 settembre in poi ma nel frattempo il nodo continua a essere quello della gara che ha visto, durante il governo Gentiloni, l’assegnazione dell’acciaieria al gruppo che fa capo al magnate indiano Mittal. «La gara per l’ilva, ancorché viziata, non si può annullare» aveva spiegato giovedì il ministro dello Sviluppo economico Luigi Di Maio in occasione della conferenza stampa. Poi ieri il chiarimento: «La questione dell’annullamento non è finita. Per annullare la gara non basta che sia solo illegittima, si deve accendere un altro semaforo verde, che si chiama ”interesse pubblico”, interesse che stiamo verificando. Il paradosso di questa storia — ha aggiunto Di Maio — è che, verificando le carte, il privato, cioè Arcelormittal, si è sempre comportato correttamente e in buona fede, mentre il pubblico ha combinato un macello».
Il riferimento è al predecessore al Mise, Carlo Calenda, che nei giorni scorsi ha sfidato Di Maio ad annullare per davvero l’assegnazione. «Calenda non conosce il diritto amministrativo — ha risposto Di Maio — perché se una gara è irregolare e illegittima, tu non la puoi annullare solo per quello: dev’esserci anche un interesse pubblico da tutelare, che è quello che noi dobbiamo verificare. Se oggi annulli la gara solo perché illegittima, Arcelormittal va al Tar e vince e si riprende l’ilva». Concetti prima esposti in tv e poi ribaditi in un lungo post pubblicato su Facebook: «È un bollettino di guerra che configura un delitto perfetto a danno dei cittadini di Taranto e dei lavoratori dell’ilva. Potevano essere fatti i rilanci per migliorare l’offerta, ma non sono stati presi in considerazione. È una gara annullabile per opportunità (come ci ha detto l’avvocatura)... Peccato che dopo 2 anni e 8 mesi hanno fatto scappare ogni altro possibile competitore. La gara è illegittima, ma questo non è ancora sufficiente per annullare l’atto». A questo punto però i tempi diventano cruciali: il gruppo siderurgico perde un milione di euro al giorno e le disponibilità finanziarie si esauriranno alla fine di settembre, come ribadito dai commissari che guidano la società in amministrazione straordinaria dal gennaio del 2015. E come ha sottolineato ieri anche il presidente di Confindustria Vincenzo Boccia al Meeting di Rimini: «Il governo non rimandi. L’iter di vendita va avanti da sei anni, a fine settembre finisce la cassa. È arrivato il momento di passare dalla tattica alla strategia e ricostruire una stagione di primavera industriale».
Tra due settimane il discusso parere dell’avvocatura dello Stato, rimasto «secretato», verrà reso pubblico. «L’avvocatura mi ha scritto che non è ostensibile durante la procedura di accertamento della legalità — ha sottolineato Di Maio — ma tra 15 giorni tutti lo potranno leggere». l documenti di gara sono arrivati anche sul tavolo del ministro dell’ambiente Sergio Costa, a cui il governo ha chiesto un ulteriore parere. Ma sarà un via libera, ci ha tenuto a sottolineare Costa «puramente tecnico, che non ha nulla di politico, per vedere dal punto di vista ambientale la situazione come è e come potrebbe diventare. Alla fine della prossima settimana restituisco il dossier al Mise per le sue valutazioni». A quel punto, forse, potrebbero diventare più chiare le intenzioni del governo.
I tempi
Le disponibilità finanziarie del gruppo sono in esaurimento a partire da settembre