Deficit, paura per Moody’s
Forte richiesta all’asta di ieri del Tesoro ma il rendimento va al 3,25% Il differenziale con il Bund tedesco a quota 285, il debito costerà di più
Aventi giorni dalla pubblicazione degli obiettivi di finanza pubblica, i contatti tra Roma e Bruxelles sono a zero.
Dopo le aste dei Bot a sei mesi e dei Ctz a 18, caratterizzate nei giorni scorsi da un sensibile rialzo dei rendimenti, ieri a sottoporsi al test dei mercati è stata una nuova tranche di Btp a cinque e a dieci anni, offerti per un importo complessivo di 3,75 e di 2,25 miliardi. I sottoscrittori hanno confermato il nervosismo e anche per queste emissioni i rendimenti hanno registrato un netto rialzo. Con il conseguente aumento del costo del debito pubblico. Il Btp a dieci anni ha raggiunto il 3,25%, ben 37 centesimi in più rispetto all’asta di luglio. È il valore più elevato da marzo del 2014, ed è significativo perché questa emissione è destinata a diventare il parametro di riferimento (benchmark) per calcolare lo spread, il differenziale di interesse rispetto al Bund tedesco. Sensibile anche il rialzo per i Btp a 5 anni, con un incremento di 63 centesimi (2,44% lordo).
Il rialzo dei rendimenti si colloca, appunto, nella scia delle tensioni di questi giorni. Fonti del Tesoro attribuiscono questa tendenza alle incertezze internazionali e all’attesa per la nota di aggiornamento al Def che verrà presentata nei prossimi giorni.
Lo sfondamento della barriera psicologica di un rendimento del 3% per i Btp a 10 anni non è considerato una sorpresa visto che da alcune settimane i decennali sul mercato secondario venivano già scambiati a valori superiori al 3%. Non a caso ieri lo spread Btp-bund è balzato di 15 punti passando in un giorno da 270 a 285, allineando di fatto i tassi tra le vecchie e le nuove emissioni. Anche questa volta la domanda di Btp ha largamente superato il quantitativo offerto dal Tesoro, tuttavia per il titolo a dieci anni il rapporto domanda/offerta è sceso a 1,37, in calo rispetto alle aste di giugno e luglio.
Nei giorni passati le aste di Bot sei mesi e di Ctz avevano fatto registrare incrementi dei tassi ancora più forti, pur in presenza di un buon rapporto di copertura tra domanda e offerta. Mercoledì i Bot a sei mesi avevano moltiplicato di sette volte il rendimento rispetto a luglio (0,06%) spingendosi fino allo 0,44%, un valore grosso modo equivalente a quello dei bonos spagnoli a 5 anni. I Ctz per parte loro avevano raddoppiato la cedola arrivando all’1,277%, circa 20 centesimi in più del Bund trentennale (1,05%).
Tra gli investitori evidentemente c’è attesa anche per il giudizio che l’agenzia di rating Fitch esprimerà questa sera sulla qualità del debito italiano rispetto alla valutazione attuale, tripla B con «outlook» (prospettiva) stabile. Mentre più lontano, ma di rilevanza ancora superiore, appare il giudizio che esprimerà Moody’s, in un primo tempo atteso per metà settembre ma che ha subito uno slittamento di circa un mese.