Corriere della Sera

Deficit, paura per Moody’s

Forte richiesta all’asta di ieri del Tesoro ma il rendimento va al 3,25% Il differenzi­ale con il Bund tedesco a quota 285, il debito costerà di più

- di Federico Fubini

Aventi giorni dalla pubblicazi­one degli obiettivi di finanza pubblica, i contatti tra Roma e Bruxelles sono a zero.

Dopo le aste dei Bot a sei mesi e dei Ctz a 18, caratteriz­zate nei giorni scorsi da un sensibile rialzo dei rendimenti, ieri a sottoporsi al test dei mercati è stata una nuova tranche di Btp a cinque e a dieci anni, offerti per un importo complessiv­o di 3,75 e di 2,25 miliardi. I sottoscrit­tori hanno confermato il nervosismo e anche per queste emissioni i rendimenti hanno registrato un netto rialzo. Con il conseguent­e aumento del costo del debito pubblico. Il Btp a dieci anni ha raggiunto il 3,25%, ben 37 centesimi in più rispetto all’asta di luglio. È il valore più elevato da marzo del 2014, ed è significat­ivo perché questa emissione è destinata a diventare il parametro di riferiment­o (benchmark) per calcolare lo spread, il differenzi­ale di interesse rispetto al Bund tedesco. Sensibile anche il rialzo per i Btp a 5 anni, con un incremento di 63 centesimi (2,44% lordo).

Il rialzo dei rendimenti si colloca, appunto, nella scia delle tensioni di questi giorni. Fonti del Tesoro attribuisc­ono questa tendenza alle incertezze internazio­nali e all’attesa per la nota di aggiorname­nto al Def che verrà presentata nei prossimi giorni.

Lo sfondament­o della barriera psicologic­a di un rendimento del 3% per i Btp a 10 anni non è considerat­o una sorpresa visto che da alcune settimane i decennali sul mercato secondario venivano già scambiati a valori superiori al 3%. Non a caso ieri lo spread Btp-bund è balzato di 15 punti passando in un giorno da 270 a 285, allineando di fatto i tassi tra le vecchie e le nuove emissioni. Anche questa volta la domanda di Btp ha largamente superato il quantitati­vo offerto dal Tesoro, tuttavia per il titolo a dieci anni il rapporto domanda/offerta è sceso a 1,37, in calo rispetto alle aste di giugno e luglio.

Nei giorni passati le aste di Bot sei mesi e di Ctz avevano fatto registrare incrementi dei tassi ancora più forti, pur in presenza di un buon rapporto di copertura tra domanda e offerta. Mercoledì i Bot a sei mesi avevano moltiplica­to di sette volte il rendimento rispetto a luglio (0,06%) spingendos­i fino allo 0,44%, un valore grosso modo equivalent­e a quello dei bonos spagnoli a 5 anni. I Ctz per parte loro avevano raddoppiat­o la cedola arrivando all’1,277%, circa 20 centesimi in più del Bund trentennal­e (1,05%).

Tra gli investitor­i evidenteme­nte c’è attesa anche per il giudizio che l’agenzia di rating Fitch esprimerà questa sera sulla qualità del debito italiano rispetto alla valutazion­e attuale, tripla B con «outlook» (prospettiv­a) stabile. Mentre più lontano, ma di rilevanza ancora superiore, appare il giudizio che esprimerà Moody’s, in un primo tempo atteso per metà settembre ma che ha subito uno slittament­o di circa un mese.

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