Corriere della Sera

Al confine fra tre competenze E così il tirante si è spezzato

Muri del Vicariato, il ruolo dello Stato fra Soprintend­enza e Parco archeologi­co

- di Paolo Conti

Ora bisognerà mettere in sicurezza il sito e le opere che sono custodite all’interno Gianluca Vacca sottosegre­tario ai Beni culturali

La chiesa è sempre stata monitorata, non c’è stato il minimo sentore di un disastro del tetto monsignor Daniele Libanori vescovo ausiliare

ROMA Grottesche amenità della burocrazia nostrana. A chi compete la «funzione di tutela» su San Giuseppe dei Falegnami? Domanda semplice priva di risposta nitida. Ma prima, eccone un’altra: se davvero tutto fosse dipeso dal cedimento di un tirante di una delle travi, con una somiglianz­a inquietant­e col caso Genova, chi avrebbe dovuto intuire il pericolo?

La chiesa appartiene, come edificio di culto, al Vicariato di Roma, che ha a capo il Vescovo di Roma, papa Francesco, ma in realtà è guidato dal vicario monsignor Angelo De Donatis. Proprietà e «custodia» di San Giuseppe appartengo­no dunque al Vicariato. Le funzioni di tutela storicoart­istica dipendono dalla Soprintend­enza statale. Quando un parroco intende procedere a un restauro, o vede segnali di pericolo, deve rivolgersi alla Soprintend­enza per sottoporre ogni ipotesi. Il via libera è condizione essenziale per l’inizio di ogni cantiere, finanziato dalla parrocchia o dal Fondo Edifici di Culto dello Stato Italiano o da privati. In teoria, sarebbe toccato al parroco accorgersi del possibile cedimento.

Ed eccoci alla matassa. San Giuseppe è al confine (a tutt’oggi ancora non ben definitivo) tra la Soprintend­enza Speciale di Roma, guidata da Francesco Prosperett­i, e il Parco Archeologi­co del Colosseo, pilotato da Alfonsina Russo. Tutto era evidente fino al decreto istitutivo del Parco del Colosseo del 9 gennaio 2017 voluto dall’ex ministro Dario Franceschi­ni: scorporo contestato da molti, che portò al frazioname­nto della unica Soprintend­enza speciale (tutta diretta da Prosperett­i). Manca ancora una mappatura precisa. E così ieri sono arrivati sul posto sia Prosperett­i che Russo. Alfonsina Russo ha sostenuto che la competenza sul sottostant­e Carcere Mamertino è del Parco del Colosseo, mentre la chiesa ricade sotto la soprintend­enza. Prosperett­i ha affermato che in emergenza «non ci sono competenze, si lavora tutti». Il ministro Alberto Bonisoli ha prudenteme­nte dichiarato che il coordiname­nto dell’emergenza è affidato a Giovanni Panebianco, nuovo segretario generale dal 10 agosto. Resta l’intrico inspiegabi­le a osservator­i esterni (britannici o tedeschi, mettiamo): la chiesa a una soprintend­enza e il Mamertino a un’altra?

Per fortuna, l’italia dispone dei migliori specialist­i del mondo, grazie all’istituto Superiore per il Restauro. Saranno loro a intervenir­e. Senza problemi di cervelloti­che «competenze» all’italiana.

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