«L’alternanza scuola-lavoro L’INTERVISTA così non funziona Dimezzerò le ore da subito»
Il ministro dell’istruzione Bussetti: «Via il corso dei quattro mesi per i presidi Sull’inglese dobbiamo migliorare. Il tablet? Presto sarà il nuovo quaderno»
«Arriveremo più o meno a metà delle ore di scuola-lavoro nei licei, gli studenti degli istituti tecnici ne faranno alcune di più, perché è un’esperienza che ha avuto risultati positivi ma è stata molto faticosa e non sempre funziona. E soprattutto non voglio che sia al centro dell’esame orale della Maturità perché quello è il momento in cui lo studente deve poter esprimere se stesso e le competenze acquisite con lo studio di cinque anni».
Con questa decisione il ministro Marco Bussetti piccona una delle innovazioni più pesanti e controverse della Buona Scuola.
Non c’è molto tempo per cambiare la legge, riuscirete a farlo già per quest’anno scolastico?
«Stiamo provando a inserirlo nel Milleproroghe che sarà alla Camera l’11 settembre: se ci riusciamo, si cambia da quest’anno, altrimenti dal prossimo. Ma si cambia, non voglio che lo scuola-lavoro sia un apprendistato occulto. Abbiamo bisogno di sviluppare percorsi di competenze trasversali».
Cambieranno anche le altre prove? La seconda prova diventerà multidisciplinare?
«Entro metà settembre forniremo alle scuole le indicazioni e le modalità per lo svolgimento».
Lei ha detto che pensa ad una scuola che dia ai ragazzi «gli attrezzi» per vivere nel XXI secolo. Per esempio?
«Dobbiamo cambiare impostazione della didattica, usare le nuove tecnologie, insegnare a relazionarsi con i social media, valorizzare il public speaking e il debate, puntare sulle materie Stem (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica)».
Dovrete fare grandi investimenti.
«Non credo che ne servano molti, il tablet sarà il nuovo quaderno tra pochi anni, possiamo usare meglio investimenti fatti».
A proposito di nuove sfide: l’inglese, che è obbligatorio dalle elementari ormai da quindici anni, i risultati non sono all’altezza.
«Con nuove metodologie puntiamo a migliorare nel medio periodo».
Come pensa di formare i professori ad insegnare tutte queste novità. Tra l’altro state stabilizzando tutti insegnanti che sono da tanti anni nella scuola.
«Abbiamo gli insegnanti più vecchi d’europa, ma presto moltissimi di loro andranno in pensione e dunque si farà largo ai giovani».
Quando farete il primo concorso per giovani universitari, chiudendo la fase delle sanatorie di questi anni?
«Purtroppo ci vorrà più di un anno per poterlo indire perché la legge ci impone un regolamento che ha molti passaggi burocratici. Proveremo a cambiarla snellendo tempi, costi e procedure».
Cambierete anche il concorso che richiede tre anni di formazione/tirocinio dopo la laurea?
«Sì certo, sono troppi, bisogna poter avere la formazione abilitante già durante gli anni universitari. Insomma bisogna andare in cattedra a 26 anni non a 30».
Ci saranno tanti posti al Nord e pochi al Sud dove si dovranno «svuotare» le vecchie graduatorie. Ci sarà una scuola a due velocità?
«Il concorso sarà bandito in ogni regione sui posti realmente disponibili e con l’obbligo di permanenza pluriennale una volta assunti. Sarà chiaro il contingente prima della scelta della regione in cui svolgere le prove».
Intanto ci sono quasi 2.000 scuole senza preside perché il concorso è in ritardo e si rischia che fino al 2020 non ci siano nuove leve.
«Acceleriamo il percorso: i dirigenti potranno prendere servizio dopo la prova orale, se lo passeranno, senza dover fare i quattro mesi di corso: siamo pronti a fare una legge da subito. Entro maggio — prometto — avremo i nuovi dirigenti, la formazione la faranno
I nostri insegnanti sono i più vecchi d’europa, ma presto molti andranno in pensione e si farà largo ai giovani. E niente più tirocinio triennale: la formazione abilitante deve avvenire durante l’università, per salire in cattedra a 26 e non a 30 anni
La tecnologia «Cambiare didattica e usare le nuove tecnologie, insegnare i rapporti con i social»
in servizio. Quanto agli altri i concorsi per gli insegnanti li bandiremo tutti entro la fine dell’anno».
Lei ha promesso ai sindacati che ridarà dignità agli insegnanti. Significa anche migliori stipendi.
«Con il rinnovo del contratto dobbiamo evitare che gli insegnanti perdano soldi. Il governo precedente non ha finanziato per i prossimi anni gli aumenti. Se non metteremo noi le risorse già dal prossimo anno i docenti avranno un taglio in busta paga».
Una settimana fa lei è intervenuto su twitter a sostegno della politica di Salvini contro gli sbarchi. Non pensa di aver offeso qualcuno dei bambini stranieri che sono nelle scuole italiane?
«Ridurre gli sbarchi era un impegno del governo, la politica di Salvini ha avuto successo e io ho invitato gli italiani a non dividersi. Quanto alla scuola, i bambini sono bambini, l’inclusione resta un valore centrale, per me parla la mia esperienza a Milano, città con 180 nazionalità diverse».