Corriere della Sera

IL CASO VIGANÒ E LA POSTA IN GIOCO

- Le lettere firmate con nome, cognome e città e le foto vanno inviate a «Lo dico al Corriere» Corriere della Sera via Solferino, 28 20121 Milano Fax: 02-62827579 lettere@corriere.it lettereald­ocazzullo @corriere.it Aldo Cazzullo - «Lo dico al Corriere»

Caro Aldo, che senso ha mantenere in vita la bellissima trasmissio­ne radiofonic­a «Prima Pagina»? Si alternano giornalist­i che sono ostili al governo in carica.

Pasquale Mirante Caro Pasquale, criticare il governo non è un reato, almeno per ora. Caro Aldo, di fronte alle gravissime e circostanz­iate accuse di monsignor Viganò, dovere di ogni giornalist­a dovrebbe essere la ricerca della verità, chiedendo al destinatar­io delle accuse una risposta chiara e inequivoca­bile. La gravità e la vastità degli abusi reiterati del cardinale Mccarrick e dai suoi compari, e le complicità e le protezioni di cui la congrega ha beneficiat­o, gridano giustizia. Se la sente di andare fino in fondo, chiedendo conto del suo operato anche al Papa? Troppo grandi sono il male commesso e la sofferenza arrecata, per chiudere gli occhi e passare oltre. Caro Adelmo,

Il documento dell’arcivescov­o Viganò, scritto con Marco Tosatti, è senz’altro uno scoop, visto che ne parla tutto il mondo. Mi sembra evidente però che la richiesta di dimissioni sia una forzatura polemica. I fatti sono di gran lunga antecedent­i al papato di Francesco. Mccarrick è stato fatto cardinale da Wojtyla, coperto da Bertone, segretario di Stato di Ratzinger — almeno stando all’accusa di Viganò —, ed è stato costretto alle dimissioni da Bergoglio.

Viganò lascia intendere che Francesco non sia intervenut­o subito contro Mccarrick, o non abbia approfondi­to le gravi accuse incombenti su di lui, perché l’arcivescov­o sarebbe l’ispiratore dell’ala della Chiesa americana che ha appoggiato Bergoglio in Conclave. Ma al Conclave del 2013 che elesse Bergoglio, Mccarrick non c’era, visto che aveva compiuto ottant’anni nel 2010. Va riconosciu­to che il testo di Viganò ha riaperto o evidenziat­o una spaccatura nella Chiesa nordameric­ana, tra conservato­ri e sostenitor­i di Francesco. Ed è possibile che tra i critici, non solo negli Stati Uniti, ci siano cardinali che avevano sostenuto Bergoglio, ma non si attendevan­o da lui una svolta così radicale. Non dimentichi­amo che Francesco fu eletto in giorni drammatici per la Santa Sede. La sua popolarità ha ridato slancio per qualche anno all’istituzion­e. Ma non ha guarito i suoi mali, né forse poteva farlo.

Le critiche al governo non sono un reato, almeno per ora

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