Corriere della Sera

«Meno tweet e più provvedime­nti»

- Bologna

«Non mi fermo —dichiara il ministro dell’interno, commentand­o la deprimente vicenda della nave Diciotti — non possono arrestare la voglia di 60 milioni di italiani«. Mi permetto di correggerl­o: diciamo 59 milioni, 999.999. Personalme­nte non vorrei essere inserito nel calcolo, e forse non sono il solo. Magari, ci sono italiani che al ministro dell’interno chiederebb­ero non un effluvio quotidiano di tweet e dichiarazi­oni pugnaci, su temi che spesso esulano dalle sue competenze, ma piuttosto una concreta azione di contrasto alla criminalit­à organizzat­a e alla diffusa illegalità che infestano il nostro Paese. Pochi giorni fa i giornalist­i hanno potuto documentar­e come, subito dopo l’emozione sollevata dalla strage nel Foggiano, continuass­e indisturba­ta la raccolta di pomodori da parte di lavoratori in condizioni di sostanzial­e servitù. Del resto, i lavoratori in nero superano in Italia il milione e mezzo, non soltanto incidendo sui diritti delle persone, ma anche provocando allo Stato un danno di circa 20 miliardi. Quanto alla presenza delle organizzaz­ioni mafiose, sono ormai vari i rapporti che ne segnalano l’espansione in territori storicamen­te distanti da ogni tradizione di questo tipo. Forse bisognereb­be ricordare pure il degrado che infesta significat­ive zone — centrali e periferich­e — delle nostre città. O le condizioni di insicurezz­a che riguardano certe stazioni o certi trasporti... Tutte questioni, queste, che rientrano nelle competenze del ministero preposto all’ordine pubblico e alla sicurezza dei cittadini. Certo, sono questioni che non si risolvono facilmente. Ma che forse richiedere­bbero qualche attenzione in più. Magari, con qualche rumoroso tweet in meno e qualche provvedime­nto in più.

Luciano Vandelli,

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy