Tria cerca la sponda di Conte
Di Maio: reddito di cittadinanza entro il 2019. Salvini: sfioreremo il 3%
Sui conti continua a giocarsi la partita dentro il governo. Il responsabile del Tesoro Tria, propenso a rispettare i parametri Ue, cerca la sponda del premier Conte. «Sfioreremo il 3%» garantisce Salvini. Dopo il rating Fitch, il ministro Di Maio commenta: non pugnaleremo gli italiani. E ribadisce che il reddito di cittadinanza vedrà la luce entro il 2019. Timori per l’apertura, oggi, dei mercati, dopo una settimana difficile.
Prima di ogni cosa Luigi Di Maio desidera mettere in chiaro che «non possiamo pensare di stare dietro ai giudizi di un’agenzia di rating ma poi pugnalare alle spalle gli italiani». Il vicepremier parla alla festa del Fatto quotidiano e risponde alle cautele sul rischio deficit espresse dal titolare dell’economia Giovanni Tria. E anche se lo spread continua a crescere sfiorando i 300 punti base e l’agenzia di rating Fitch esprime un giudizio severo sulle posizioni anti Ue dell’esecutivo gialloverde, il leader del M5S ritiene che «per ascoltare quelle agenzie si sono fatti Jobs act, legge Fornero e piaceri alle banche». Fin qui la premesse. Poi il vicepremier parte all’attacco e tratteggia gli obiettivi del governo in vista della manovra finanziaria. «Il mio impegno e la mia credibilità passerà proprio tra fare o non fare quelle cose». Le priorità sono «il reddito di cittadinanza, la flat tax e superamento della legge Fornero». La prima, in particolare, è stata ed è la bandiera del M5S. Non a caso il ministro dello Sviluppo economica invoca la misura a favore delle persone più in diffirapporto coltà già a partire nel 2019. Con un avvertimento: «Non voglio dare soldi alle persone per starsene sul divano a fare niente. Se ti do un reddito tu ti prendi i tuoi impegni, lavori otto ore per il tuo Comune, ti devi formare». Ad intervenire sulla manovra è anche l’altro vicepremier Matteo Salvini, che in serata dalla festa della Lega di Alzano Lombardo annuncia che con la legge di Bilancio «sfioreremo il 3%» nel deficit-pil, «senza però superarlo, come solo i grandi artisti sanno fare».
Mentre sul fronte flat tax è il sottosegretario alle Infrastrutture Armando Siri a dire che deve «essere introdotta al massimo in due esercizi, le prime categorie a beneficiare dell’aliquota unica al 15% potrebbero essere le partite Iva e le imprese, poi l’anno prossimo toccherà alle persone fisiche». Per quanto riguarda gli effetti sul gettito Siri rimanda tutto a «domani in occasione del vertice della Lega convocato per fare il punto sulle misure da inserire in manovra».
Nei progetti della Lega figura anche la pace fiscale, un condono che il sottosegretario definisce «una super opportunità, poiché in Italia ci sono circa 700 miliardi di euro che il Fisco potrebbe recuperare, di cui circa il 10% ottenibile nei prossimi due anni. Ossia almeno 60 miliardi».
Quanto alla legge di Bilancio sempre Di Maio dissimula le voci di uno scontro con i leghisti. «Quando non andiamo d’accordo ce lo diciamo. L’esecutivo è compatto e andrà avanti attuando i punti contenuti nel programma».
Intanto, dall’opposizione l’azzurro Renato Brunetta attacca: «Lo diciamo chiaramente ai componenti del governo: basta giocare col fuoco». Mentre Nicola Zingaretti osserva: «Il governo non ha una politica su economia, lavoro e tasse, questo indebolisce la credibilità dell’italia e il prezzo lo pagano i cittadini».