Agente sotto copertura, il caso in Parlamento
Il leader dei 5 Stelle: «Pronto il disegno di legge anticorruzione». Le riserve di penalisti e magistrati
Luigi Di Maio lo ha annunciato come ormai pronto: «Il disegno di legge anti corruzione a breve andrà all’esame delle Camere», ha detto il vicepremier pentastellato, commentando uno dei provvedimenti più voluti dal M5S che non poche critiche ha suscitato e sta suscitando tra gli addetti ai lavori, l’associazione nazionale magistrati e penalisti in testa.
«Il ddl conterrà norme aspettate per anni e non fatte perché la politica aveva paura di farle, come il daspo per i corrotti e l’agente sotto copertura», ha detto il vicepremier Di Maio citando uno dei provvedimenti che già a giugno aveva sollevato dubbi nel presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone.
All’epoca sembrava che nel disegno di legge dovesse esserci oltre che quello sotto copertura anche l’agente provocatore che Cantone aveva stroncato senza appello e che adesso sembra essere stato accantonato. Ma anche per l’agente di copertura Cantone aveva espresso riserve: «È una figura che va usata con parsimonia e sotto lo stretto controllo della magistratura». Fino a oggi gli agenti coperti agivano nell’ambito di indagini su traffico di droga, terrorismo, mafia. Adesso potranno entrare negli uffici della pubblica amministrazione.
Il daspo per i corrotti è un provvedimento a vita: per un condannato per corruzione in via definitiva le porte delle stanze della pubblica amministrazione saranno chiuse per sempre. «Toglieremo le mani dalla marmellata a tanti furbi», ha detto Di Maio, rincalzato dal Guardasigilli Alfonso Bonafede che ha parlato di «una riforma rivoluzionaria», spiegando: «Tutti devono sapere che ci si può fidare nel nostro Paese, che si può investire senza il timore di essere danneggiati da chi usa la corsia preferenziale della corruzione».
Nel frattempo il ministro Bonafede ha voluto bloccare due richieste di due magistrati che erano diventati parlamentari: Anna Finocchiaro, senatrice del Pd, e Felice Casson, già senatore del Pd poi passato ad Articolo 1.
Anna Finocchiaro aveva chiesto — e ottenuto dal Csm — di essere destinata al Dipartimento per gli Affari di Giustizia. Ma adesso dopo l’intervento del Guardasigilli dovrà tornare a fare il magistrato. E anche per Felice Casson si dovrà trovare un altro ruolo: quello voluto dal precedente ministro Orlando — magistrato di collegamento a Parigi — a Bonafede non va bene.
Gli «ex» in distacco
Il no di Bonafede alle nomine dei magistrati (ed ex senatori) Finocchiaro e Casson