«Falsa partenza» per l’anticorruzione
Bonafede illustra al governo il ddl con il Daspo perpetuo. Ma la decisione slitta. I dubbi della Lega
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede (M5S) era pronto con i sei articoli del disegno di legge anticorruzione che prevede la linea dura: l’introduzione del «Daspo» perpetuo per gli imprenditori condannati per reati contro la pubblica amministrazione e introduzione dell’agente sotto copertura nelle indagini sugli appalti finanziati dallo Stato.
Il Guardasigilli e lo staff legislativo di via Arenula, in vista del Consiglio dei ministri
che ieri si è riunito dopo la pausa estiva, aveva anche sottoposto il provvedimento a una serie di «stress test» per misurarne la tenuta giuridica e costituzionale. Tuttavia, la prova più difficile per il disegno di legge anticorruzione — quella politica, con la Lega di Matteo Salvini — è stata rimandata a giovedì o venerdì, a un’altra seduta del consiglio. Ieri, infatti, a Palazzo Chigi non c’erano il premier Giuseppe Conte e il vicepremier
Luigi Di Maio. Il ministro della Giustizia è stato poi costretto a spartire il poco tempo a disposizione (50 minuti) con il collega Toninelli che riferiva sugli sviluppi del dossier Autostrade.
Bonafede ha confermato la «volontà politica di dare una lezione forte ai corrotti»: prevedendo che il «Daspo» per gli imprenditori cui vengono inflitte pene definitive superiori ai due anni sia mantenuto pure se interviene la successiva
riabilitazione del condannato. Ma la giornata, dominata dalla crisi libica, non ha consentito di varare (anche «salvo intese») il ddl anticorruzione: sul fronte leghista è immaginabile che la base elettorale nelle regioni del Nord (imprenditori, partite Iva, agricoltori, artigiani) chieda ora un approfondimento sebbene, replicano i grillini, il «Daspo perpetuo è nel contratto di governo». Sul tema, si limita a commentare
il sottosegretario alla Giustizia Jacopo Morrone (Lega), «non abbiamo ancora messo il becco...». Sul calendario parlamentare d’autunno, poi, ci potrebbe essere una sorpresa: il decreto legge sicurezza targato Salvini, che renderà più difficile presentare le domande di asilo politico (in arrivo tra 15 giorni in Consiglio dei ministri) alla fine potrebbe superare il ddl Bonafede.
d Abbiamo la volontà di dare una lezione ai corrotti Alfonso Bonafede