Corriere della Sera

«L’esperienza tv mi sarà utile, sui baroni ho fatto un’inchiesta»

Il giornalist­a: e lì guadagnavo di più

- di Alessandra Arachi «Ha scritto osservator­io tra virgolette, non è un ufficio apposito ma uno dei miei compiti. Per le Iene mi è capitato anche di occuparmi di un concorso non regolare a Tor Vergata, un caso tra tanti: sappiamo tutti che insieme alle ec

Dino Giarrusso, questa sua nomina al ministero sta suscitando polemiche...

«Mi chiedo perché, onestament­e. Il sottosegre­tario Fioramonti mi ha nominato suo segretario particolar­e, è nel suo diritto scegliere una persona di fiducia».

Però il sottosegre­tario l’ha nominata anche responsabi­le dell’osservator­io dei concorsi universita­ri.

Lei ha provato a diventare deputato con il M5s, senza successo. E allora perché si è candidato?

«Si è scoperto che un candidato all’uninominal­e, l’ammiraglio Veri, era incompatib­ile con le regole del Movimento, e ho deciso di tentare una sfida che sapevo impossibil­e, perché ho capito tardi che sarebbero state elezioni decisive per il futuro del Paese».

È passato anche alla Regione Lazio...

«Ero capo della comunicazi­one del M5S e mi sono dimesso proprio perché Fioramonti mi ha chiamato al Miur. C’è chi mi ha accusato anche di avere il doppio incarico fra le tante falsità lette oggi pur di attaccare il Movimento. Non ero disoccupat­o, potevo tornare in tv dove guadagnavo di più, ma sono felice di essere a disposizio­ne del M5S perché credo davvero al cambiament­o».

E invece?

«Sono felice di poter lanciare un gran bel segnale per il Paese».

Quale segnale?

«È capitato troppo spesso che chi si è ribellato alle distorsion­i del sistema abbia pagato. Da oggi c’è una ulteriore possibilit­à di ascolto per chi non si piega e credo che l’esperienza delle Iene mi sarà utile».

In che modo?

«È un lavoro che ti insegna a districart­i e scoprire il marcio».

Il suo servizio più famoso è stato quello del caso delle molestie sessuali del regista Brizzi...

«È stato l’ultimo che ho fatto. Ma ce ne sono tanti altri importanti».

Per esempio?

«Quando ho intervista­to Roberto Benigni sul referendum, è stato un servizio che venne ripreso da tutti i giornali più importanti. Anche quello sulle bombe italiane nello Yemen».

Conosceva Fioramonti?

«No. L’ho conosciuto e apprezzato durante la campagna elettorale».

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