Corriere della Sera

Parte la sfida sui negozi chiusi la domenica

Di Maio per lo stop. No dei centri commercial­i

- DAL NOSTRO INVIATO Michelange­lo Borrillo

«Entro l’anno stop alle aperture domenicali delle attività commercial­i». È scontro sulla promessa di Di Maio.

BARI Lo ha detto nella città più commercial­e d’italia, circondato dai discendent­i di un popolo che pur di dirottare i traffici nel porto sotto casa non esitarono a «traslare» — o, meglio, a trafugare — da Myra, in Turchia, le reliquie di San Nicola, da allora (era il 1087) diventato «di Bari». E lo ha fatto di domenica, in quello che può considerar­si, almeno per una settimana all’anno, il più grande centro commercial­e del Sud, la Fiera del Levante. Ma evidenteme­nte, in questo periodo il vicepremie­r Luigi Di Maio — come il suo collega di governo Matteo Salvini — non teme ripercussi­oni nei sondaggi.

«Entro l’anno approverem­o

d Entro l’anno approverem­o la legge che impone lo stop Bisogna tornare a disciplina­re il sistema Luigi Di Maio

la legge che impone lo stop nei fine settimana e nei festivi ai centri commercial­i. L’orario liberalizz­ato dal governo Monti sta distruggen­do le famiglie italiane. Bisogna ricomincia­re a disciplina­re aperture e chiusure». Di Maio, in realtà, lo aveva già annunciato all’inizio dell’estate.

Lo ha voluto ribadire alla fine della stagione perché giovedì, in commission­e Attività produttive alla Camera, prenderà il via l’esame dei disegni di legge sulla chiusura domenicale. Le proposte sono cinque: oltre a quelle di Lega (prima firmataria Barbara Saltamarti­ni) e M5S (Davide Crippa), ce n’è una del Pd (Gianluca Benemati), una del Consiglio regionale delle Marche e una di iniziativa popolare. L’obiettivo è tornare indietro di 7 annell’anno: ni, a prima della riforma Monti del 2011 (decreto Salva Italia) che liberalizz­ò gli orari degli esercizi commercial­i (negozi di vicinato, medie e grandi strutture di vendita) e dei pubblici esercizi per la somministr­azione di alimenti e bevande (bar e ristoranti). La proposta della Lega limita le aperture alle sole domeniche del mese di dicembre, più altre quattro deciderann­o le Regioni, d’intesa con gli enti locali. Quella del Movimento arriva fino a 12 aperture all’anno, fatti salvi i comuni turistici.

Per Confcommer­cio «una regolament­azione minima e sobria è una via percorribi­le e imprescind­ibile». Plauso da parte di chi ha sempre osteggiato la liberalizz­azione, come Filcams-cgil e Confeserce­nti, perché «ha causato la chiusura di migliaia di negozi che non potevano sostenere aperture 24 ore su 24 e 7 giorni su 7». Preoccupat­a, invece, la grande distribuzi­one organizzat­a: a rischio ci sarebbero 40-50mila lavoratori, avverte l’amministra­tore delegato di Conad, Francesco Pugliese. «Una grazia di Dio», al contrario, per monsignor Giancarlo Maria Bregantini, arcivescov­o di Campobasso, per anni presidente della Commission­e Cei per il Lavoro e da sempre contrario alle aperture domenicali: «Fu Costantino a introdurre, nel lontano 321, il riposo festivo». Ancor prima che i 62 marinai di Bari si imbarcasse­ro per la Turchia.

d Una grazia di Dio

Fu Costantino a introdurre nel lontano 321 il riposo festivo Giancarlo Maria Bregantini

In Parlamento Giovedì parte l’iter dei progetti di legge: il M5S pensa a 12 aperture l’anno, la Lega a 8

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A BariIl vice premier Luigi Di Maio, 32 anni, ieri alla Fiera del Levante mentre prova un visore che permette di vivere la realtà virtuale (Ansa)

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