Polmonite, allarme a scuola
Autopsia sulle due vittime. Stabili i due malati di legionella
Sono salite a 138, tra il Bresciano e il Mantovano, le persone colpite dalla polmonite le cui cause restano misteriose. Indagini su due pazienti morti in ospedale. E con l’apertura delle scuole cresce la paura del contagio.
BRESCIA A Calvisano, ottomila anime e una notorietà che gli deriva dalla produzione di un caviale in grado di competere con i russi, la pagina Facebook del Comune è stata visitata da 40 mila utenti. No, il caviale non c’entra, quei 40 mila utenti erano tutti per il vademecum diffuso dall’amministrazione sulle norme di comportamento da tenere per prevenire la legionella e il contagio da polmonite che nella zona ha portato in ospedale (ultimo dato di ieri diffuso dalla Regione Lombardia) 138 persone. «L’apprensione resta alta — conferma il sindaco di Calvisano, Giampaolo Turini — e il nostro compito è quello di dare un’informazione precisa e senza allarmismi». I sindaci fanno quadrato per prevenire la psicosi e anche Mario Fraccaro, sindaco di Montichiari (quasi 26 mila abitanti, il centro più popoloso del bacino interessato dall’epidemia) fa del suo meglio dispensando consigli e non senza abbandonarsi a qualche nostalgia: «Quando non c’erano i social gestire queste situazioni di emergenza era più semplice». Davanti a chi invita a non bere l’acqua del rubinetto o a non farsi la doccia è dura ristabilire le verità dei fatti con decaloghi di buone prassi. Ci stanno pensando i sindaci e le Aziende di Tutela della Salute (quella di Brescia e di Mantova-cremona) alle prese con una epidemia
Nessun contatto
I paesi coinvolti hanno diverse reti idriche e non hanno in comune nemmeno i gestori
che ha rotto i confini provinciali passando dalla pianura bresciana orientale all’alto mantovano, spingendosi fino a Casalmaggiore (Cremona). Giusto una settimana fa i primi casi di polmonite al pronto soccorso di Montichiari in un crescendo di accessi: 71 fino a venerdì, 121 sabato, 138 nell’ultimo bollettino diffuso dall’assessore regionale lombardo Giulio Gallera, mentre restano stazionarie le condizioni dei due pazienti finiti in rianimazione perché positivi alla legionella, batterio sotto accusa come possibile causa di un contagio così diffuso (proprio per questo si stanno facendo analisi più approfondite su tutti i pazienti). Un’epidemia che sta mettendo in apprensione un bacino di oltre 60 mila abitanti, molti dei quali si sono rivolti al proprio medico di famiglia, agli ambulatori della Guardia medica che li hanno indirizzati agli ospedali del comprensorio incaricati di tenere la «contabilità»di questa epidemia che preoccupa per la sua estensione e per le difficoltà a trovare il veicolo del contagio. I tecnici delle Ats hanno effettuato 52 campionamenti sia sulla rete idrica che nella case di 28 malati finiti in ospedale. Si procede a tentativi perché non c’è un comune denominatore in questa storia: diverse le reti, diversi i gestori e persino un paese come Calvisano che un acquedotto comune deve ancora realizzarlo. In attesa dei risultati l’ansia cresce, specie in vista dell’apertura delle scuole. E sono ancora una volta i comuni a fare argine ai timori. «Abbiamo già iniziato il processo di sanificazione degli impianti delle scuole, i genitori non devono temere nulla», ricorda il sindaco di Calvisano. «I nostri idraulici sono al lavoro per avere tutto in ordine per l’inizio delle scuole» gli fa eco il primo cittadino di Montichiari. I più esposti al contagio, però, non sono i bambini, ma gli anziani già affetti da altre patologie. Come le due persone decedute in questi giorni di 85 e 69 anni, sottoposte cautelativamente ad autopsia, anche se le autorità regionali sono scettiche a collegare quelle due morti all’epidemia in corso, così come un terzo decesso (un uomo di 95 anni) è stato registrato ieri all’ospedale di Montichiari ma per una polmonite contratta addirittura agli inizi di agosto. In tempi, insomma, non sospetti per un contagio scoppiato in tutta la sua virulenza dal 3 settembre.
(Ha collaborato
Lilina Golia)