Corriere della Sera

L’ira dei malpancist­i nel Movimento: la manovra sarà decisiva

Ora il leader torna a spingere sui temi forti del M5S

- di Emanuele Buzzi

MILANO «Aspettiamo, vediamo cosa accade con la manovra, e poi a quel punto faremo un bilancio»: l’anima ortodossa dei Cinque Stelle in Parlamento scalpita. I falchi rivendican­o la necessità di portare a casa un risultato («se si iniziasse con la pensione di cittadinan­za sarebbe già un segnale») che possa giustifica­re ai loro occhi e a quella parte della base che si rivede in loro alcuni «bocconi amari ingoiati frettolosa­mente». Il riferiment­o — nemmeno troppo velato — è alla nave Diciotti, al compromess­o sull’ilva e l’attacco di Matteo Salvini ai magistrati. I militanti sul territorio fremono e si registrano da Nord a Sud diverse frizioni.

Ma il terreno di scontro è anche e soprattutt­o in Parlamento. Al Senato i numeri della maggioranz­a potrebbero subire oscillazio­ni decisive. L’ala pragmatica continua a ribadire che «il governo è compatto», ma le tensioni sui giudici si sono fatte sentire. «Più che il caso dell’ilva è l’affondo sui magistrati che ha scosso la nostra base», ripetono stavolta all’unisono pragmatici e ortodossi. Nessuno dei potenziali ribelli pensa di mettere al momento in scacco la maggioranz­a — raccontano i rumors —, ma ci sarebbe una pattuglia di una decina di senatori «insoddisfa­tti», un nucleo che attinge sia dalla vecchia guardia sia dalle nuove leve, in modo particolar­e da chi è stato cooptato per i collegi uninominal­i.

Proprio per questi motivi — e per imprimere una sferzata anche ai sondaggi che al momento penalizzan­o i Cinque Stelle — i vertici avrebbero deciso di accelerare sui temi e sui provvedime­nti più vicini al Movimento: ecco allora la rivendicaz­ione di Di Maio sul no al Tap per arrivare alla decisione di difendere «con il coltello tra i denti» la legge anti-corruzione. «Chiediamoc­i come mai alle Politiche noi avevamo il 32 e la Lega il 17 e ora loro sono al 33 e noi al 30», dice un parlamenta­re.

C’è anche chi invoca un intervento netto di Beppe Grillo. ma il garante pentastell­ato, per ora, ha preferito tenersi in una posizione defilata. Nelle ultime ore Grillo ha dribblato alcuni temi come l’ilva (dove aveva espresso posizioni favorevoli alla riconversi­one) ed è tornato invece per celebrare (ma solo sul blog) l’anniversar­io del primo V-day, quello datato 8 settembre 2007.«Oggi mi sento orgoglioso di quella parte del Paese che ha smesso di nasconders­i ed ha deciso di creare il suo futuro», ha scritto il garante. «Questo Paese è ricoperto in buona parte da paludi fatte di nostalgie per ciò che non si è fatto: questa la ragione del vaffanculo, quando scopri una sanguisuga sulla tua pelle l’istinto è tutto, lo slancio di una speranza leggera», analizza Grillo. E attacca: «Senza le zavorre di quel perbenismo trucido che ancora resiste, si aggrappa dove può, sempre con la stessa pretesa: fare il maestrino di buone maniere a chi ti si sta divorando».

Intanto però l’ala governista fa quadrato intorno a Di Maio («sta dando tutto e portando a casa ottimi risultati») e promette di «rispondere a critiche e mal di pancia con i numeri». Nel mirino ci sono le Regionali prossime venture, a partire da quelle in Basilicata. Non a caso ieri il capo politico pentastell­ato ha lanciato di fatto la campagna elettorale del candidato governator­e Antonio Mattia.

 ??  ?? I leader Matteo Salvini, 45 anni, e Luigi Di Maio, 32 anni, seduti di spalle durante la cerimonia di insediamen­to del governo Conte (foto Imagoecono­mica)
I leader Matteo Salvini, 45 anni, e Luigi Di Maio, 32 anni, seduti di spalle durante la cerimonia di insediamen­to del governo Conte (foto Imagoecono­mica)

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