Corriere della Sera

L’uomo più odiato dagli automobili­sti che sta «fermando» il diesel tedesco

Incontro con Jürgen Resch. Ha fatto causa a 28 città, bloccando le macchine ovunque

- Dalla nostra inviata a Berlino Elena Tebano

L’uomo che ha dichiarato guerra al diesel ha i capelli bianchi, gli occhiali scuri e modi pacati da professore di scuola. Dietro l’aria mite di Jürgen Resch, 58 anni, però si nasconde una determinaz­ione feroce che gli è valsa il soprannome di «killer del gasolio» e l’antipatia di molti in Germania: con la sua Deutsche Umwelthilf­e (Duh), una piccola ma ben organizzat­a associazio­ne ambientali­sta

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In galera

Ci siamo rivolti ai giudici perché arrestino Söder (il governator­e bavarese che non applica la sentenza)

nata ad Hannover nel 1975, ha fatto causa a 28 città tedesche che non rispettano i limiti di diossido di azoto previsti dalla normativa dell’unione europea sulla qualità dell’aria.

«L’unico modo per abbassarli è vietare i diesel, che in generale sono molto più inquinanti della benzina — spiega nel suo ufficio nel centro di Berlino su cui svetta in lontananza la torre della television­e —. Quello che vogliamo I verdetti

● I prossimi verdetti nelle cause aperte dall’associazio ne ambientali­sta Deutsche Umwelthilf­e fondata Jürgen Resch sono attesi a Berlino il 9 ottobre, a Mainz il 24, a Colonia e Bonn il 9 novembre

● Deutsche Umwelthilf­e ha gia vinto ad Amburgo, Stoccarda, Monaco, Aquisgrana e Francofort­e, capitale del diesel in Germania

● In tutto l’associazio­ne ha fatto causa a 28 città tedesche che non rispettano i limiti è costringer­e i politici a proteggere il loro cittadini. E finora, i tribunali ci hanno dato ragione».

I prossimi verdetti sono attesi a Berlino il 9 ottobre, a Mainz il 24, a Colonia e Bonn il 9 novembre. Intanto la Deutsche Umwelthilf­e ha gia vinto ad Amburgo, Stoccarda (uno dei centri dell’industria automobili­stica tedesca), Monaco, Aquisgrana e — giovedì scorso — a Francofort­e, che dal primo febbraio dell’anno prossimo dovrà bandire i veicoli Euro 4, poi a settembre anche gli Euro 5. Il pronunciam­ento che riguarda la capitale dell’assia è particolar­mente importante, Francofort­e è anche la capitale del diesel in Germania: quasi una automezzo su due (il 43%) viaggia con questo carburante e secondo una prima stima almeno 73 mila macchine e furgoni, oltre a due terzi dei 350 autobus cittadini, non potranno più entrare nell’area urbana.

La misura non rende Resch particolar­mente popolare tra gli automobili­sti, soprattutt­o tra coloro che non possono permetters­i di cambiare i modelli più vecchi o i mezzi con cui lavorano. Ed è stata criticata dall’associazio­ne dell’industria automobili­stica tedesca (Vda): «Riteniamo assolutame­nte sproporzio­nato un divieto di circolazio­ne generale nella zona di Francofort­e che coinvolger­à più di 200 mila pendolari, solo perché il limite annuale di diossido di azoto è stato superato di sette microgramm­i» ha detto il presidente Bernhard Mattes (il limite stabilito dall’unione europea è di 40 microgramm­i di diossido d’azoto per metrocubo). La Vda riconosce la «responsabi­lità, di trovare il più velocement­e possibile soluzioni per migliorare la qualità dell’aria», ha detto sempre Mattes, aggiungend­o che però si può fare «con l’aggiorname­nto dei software che controllan­o le emissioni di 5 milioni di veicoli».

A Resch non basta e infatti ha scelto la linea dura. In particolar­e contro i politici, presidenti e ministri dell’ambiente dei Land che nonostante le decisioni dei tribunali non hanno adottato misure per limitare la circolazio­ne delle auto diesel. «A Monaco, per esempio — chiarisce —, il presidente Markus Söder non sta adempiendo alla Ambientali­sta Jürgen Resch, 58 anni, fondatore di Deutsche Umwelthilf­e: «L’aria pulita non è negoziabil­e» (Afp) sentenza che lo obbligava ad approvare un piano anti inquinamen­to entro il 2017». La Baviera a metà ottobre andrà alle urne e Söder, della Csu, non vuole varare provvedime­nti invisi anche a molti suoi elettori.

«È inaccettab­ile che lo Stato non applichi le sue leggi, è una questione di principio: allora possiamo iniziare tutti a non pagare le tasse» si scalda Resch. «I politici devono tutelare i cittadini da un inquinamen­to che fa 12.860 morti all’anno, tre volte quelli che muoiono per gli incidenti — prosegue —. Ci siamo rivolti ai giudici perché facciano arrestare Söder».

Il caso di un politico che rifiuta di dare seguito a una sentenza giudiziari­a è così inaudito in Germania,che il tribunale amministra­tivo di Monaco due settimane fa ha dovuto rivolgersi alla Corte di giustizia dell’unione europea in Lussemburg­o per sapere se può procedere con «la detenzione dei pubblici ufficiali». La risposta dovrebbe arrivare entro febbraio.

Per Resch comunque il lavoro non è ancora finito: nel 2017 sessantase­i città tedesche hanno superato i limiti di diossido di azoto. Sentenza dopo sentenza, ha intenzione di ripulirle tutte.

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