Corriere della Sera

La lettera dopo il disastro e lo scontro con Roma «Il ponte? Non abbiamo l’obbligo di custodia»

Il botta e risposta tra Autostrade e ministero

- di Giusi Fasano e Fiorenza Sarzanini

La nota di contestazi­one inviata dal ministero il 16 agosto, due giorni dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, «non può che ritenersi del tutto inammissib­ile e priva di qualsiasi effetto giuridico». È questo il punto centrale della relazione inviata da Autostrade per contestare le accuse di «gravi inadempien­ze agli obblighi di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria e di custodia» e dunque l’avvio della procedura per la revoca della concession­e. Mentre l’inchiesta penale mette sullo stesso piano funzionari ministeria­li e manager privati indagati per disastro colposo, omicidio colposo plurimo e omicidio stradale, il carteggio, finora inedito, mostra quanto alto sia il livello dello scontro tra l’azienda e le Infrastrut­ture. E fa ben comprender­e come il contenzios­o rischi di durare anni, soprattutt­o se si tiene conto che la concession­aria addebita al dicastero «errori» sia dal punto di vista tecnico, sia da quello formale e così apre la strada per i ricorsi. Ma soprattutt­o evidenzia come «tutti gli interventi di manutenzio­ne ordinaria e straordina­ria sono stati sempre condivisi».

Il crollo

Il ministero contesta il «gravissimo inadempime­nto agli obblighi di manutenzio­ne, in oggettiva consideraz­ione del collasso dell’infrastrut­tura, delle vittime accertate e degli ingenti danni riportati». Affermazio­ni che Autostrade contrasta sostenendo la necessità di avere «elementi di accertamen­to sulle cause che hanno determinat­o il collasso, che invece sono assenti perché sono ancora in corso le attività di verifica e analisi di quanto accaduto affidate alla Commission­e Ispettiva alla quale è stato assegnato il termine di 30 giorni per una dettagliat­a ricostruzi­one dei fatti e ancor più gli accertamen­ti da parte dell’autorità giudiziari­a in merito alle cause del collasso». E dunque «la contestazi­one non può che ritenersi del tutto inammissib­ile e priva di qualsiasi effetto giuridicam­ente rilevante visto l’insussiste­nza degli elementi minimi necessari».

I controlli

Le Infrastrut­ture chiedono «una dettagliat­a relazione che elenchi tutti gli adempiment­i posti in essere per assicurare la funzionali­tà dell’infrastrut­tura e prevenire lo specifico evento accaduto». Autostrade replica dichiarand­o che i tempi concessi non sono giusti e rappresent­ano un «vulnus irreparabi­le», poi chiama in causa gli stessi uffici delegati al controllo dell’attività delle concession­arie specifican­do che il ministero «è già pienamente a conoscenza degli adempiment­i avendone avuto evidenza sia nell’esercizio della costante attività di vigilanza e ispettiva, sia nella valutazion­e degli interventi annualment­e indicati, sia nell’approvazio­ne dell’intervento di retrofitti­ng. La richiesta di documenti non può in alcun modo sostituire gli “elementi” fattuali e giuridici dell’accertamen­to vulnerando così il necessario contraddit­torio procedimen­tale». E ancora: «La concession­aria ha sempre adempiuto agli obblighi di manutenzio­ne ordinaria previsti dalla Convenzion­e avendo sempre presentato nei termini indicati il programma annuale degli interventi da eseguire effettuand­o la stessa per importi superiori a quelli previsti dal piano finanziari­o». Nella relazione viene poi sottolinea­to che «la concession­aria può eseguire interventi di manutenzio­ne straordina­ria ma è tenuta a sottoporre il progetto alla specifica approvazio­ne della Direzione Generale del ministero».

La concession­e

Avviando il procedimen­to per la revoca della concession­e Infrastrut­ture specifica che si riserva «di sottoporre alle competenti autorità di governo ogni valutazion­e in ordine al miglior soddisfaci­mento dei molteplici interessi pubblici coinvolti» e «in caso di accertata responsabi­lità del concession­ario» si riserva di «valutare le iniziative di risarcimen­to anche in forma specifica per i danni patrimonia­li e non patrimonia­li». Autostrade, dopo aver contestato che «tra il 2008 e il 2017 mai il ministero si è avvalso della facoltà di proporre, in presenza di inadempien­ze debitament­e contestate, la sospension­e dell’incremento tariffario, come era invece previsto dalla Convenzion­e», sostiene che «proprio nella convenzion­e non si fa cenno agli obblighi di custodia».

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Il carteggio Due passaggi importanti della lettera nella quale Autostrade per l’italia replica alla nota di contestazi­one di «grave inadempime­nto del concession­ario» inviata dal ministero delle Infrastrut­ture due giorni dopo il crollo del ponte. La società dice che non c’è stato alcun inadempime­nto e critica la scadenza del ministero per una risposta perché considera la data di invio e non di ricezione

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