Corriere della Sera

Mediobanca, Unicredit verso la conferma

- Fabrizio Massaro

Si va verso la conferma del patto di sindacato di Mediobanca, senza disdette anticipate. La finestra di fine settembre per uscire un anno prima dall’accordo sul 28,47% di Piazzetta Cuccia non dovrebbe essere utilizzata in particolar­e da Unicredit, primo socio con il 8,4%. La banca guidata da Jean Pierre Mustier era stata descritta come dubbiosa circa la conferma del patto: «Decideremo a tempo debito», aveva dichiarato il banchiere a inizio agosto, quando era filtrata l’intenzione di dire addio al patto. Ora invece l’orientamen­to, secondo fonti a conoscenza del dossier, sarebbe a favore di una permanenza nel patto; Unicredit ne uscirà eventualme­nte solo alla scadenza naturale di dicembre 2019. Essendo non ancora presa la decisione, qualora alla fine il colosso di Piazza Aulenti scegliesse di uscire, il patto finirebbe perché la quota vincolata calerebbe al 20% rendendo necessario riscrivere un nuovo sindacato con i pattisti residui (tra i quali Vincent Bolloré e Ennio Doris). Unicredit ha più volte definito la quota nell’istituto guidato da Alberto Nagel come «puro investimen­to finanziari­o», da valutare in termini economici, non strategici. Nei giorni scorsi erano stati tracciati scenari sia di uscita dal patto sia anche di cessione dei titoli Mediobanca, difficile per Unicredit data la minusvalen­za sulla quota. Un riassetto in Piazzetta Cuccia potrebbe avere effetti su Generali, di cui ha il 13%. Su Trieste Mustier ha più volte detto che è «importante per l’italia che la compagnia resti forte, indipenden­te e quotata in Italia».

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