Corriere della Sera

LA NUOVA LEGGE ELETTORALE E LE SCELTE DI CONVENIENZ­A

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Caro direttore, mi chiedo dove sia finita l’urgenza per una nuova legge elettorale di cui si parlava alla vigilia della nascita di questo governo. Tra i vari motivi, sembrava improponib­ile lo scenario di elezioni anticipate perché con la stessa legge Rosato si sarebbe ricreato lo stesso identico stallo (se non peggiore). Non pensa sempliceme­nte che sarebbe meglio prendersi per tempo, perché leggi elettorali fatte di fretta o in vista di elezioni non funzionano? I media non ne hanno più parlato, per questo ho l’impression­e che il problema sia stato archiviato senza essere risolto e che prima o poi tornerà fuori. Federico Giaretta Vicenza

Il voto non è all’orizzonte, almeno per qualche tempo e certamente dopo la prova del nove delle Europee, e l’assoluta esigenza di una nuova legge elettorale è finita nel dimenticat­oio.

Molto tipico del nostro sistema politico che cambia in continuazi­one (quattro nuove leggi negli ultimi venti anni di cui una neppure entrata in vigore) sempre con lo sguardo rivolto agli interessi del partito dominante in quel momento.

La domanda non è mai: qual è il sistema migliore per garantire (possibilme­nte per un lungo periodo) le esigenze di rappresent­anza e governabil­ità? Al suo posto c’è sempre un’altra domanda: cosa mi conviene di più?

Nella scorsa legislatur­a è stata varata una legge elettorale che non consentiva di avere un vincitore, soprattutt­o un nuovo vincitore. I piani sono saltati con il successo di Lega e Cinque Stelle e con l’inedito contratto di governo tra due forze così diverse. Ma prima o poi il problema si porrà di nuovo. E purtroppo temo che l’antico vizio della ricerca di un sistema pasticciat­o ma favorevole al potente del momento possa tornare a galla.

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