Le insidie del virus della censura
Il virus della censura intollerante penetra poco a poco senza che il corpo aggredito se ne accorga e possa reagire. Una censura a dosi omeopatiche, un morbo invisibile che smangiucchia le cellule sane fino a spolpare la carne è il nervo di una società che alla fine accetta ogni sopruso censorio come se fosse normale.
Ma non è normale che non si possa vedere l’ultimo film di un regista geniale come Woody Allen e nelle mostre del cinema nessuno che si alzi per dire: amici, colleghi, ma si può cancellare un film prima, inghiottito dalle fauci della damnatio memoriae? E perché poi? Non è normale che in una prestigiosa università inglese sia sradicata la memoria stessa di uno scrittore come Kipling. Non è normale che in un tempio dello studio quale dovrebbe essere un’università si imponga di non studiare le opere di uno scrittore importante della letteratura inglese. Come nel romanzo di Orwell, dove la guerra viene chiamata pace e l’oppressione libertà e la memoria pubblica è affidata alla cura dei meticolosi professionisti della censura annidati nei gangli del ministero della Verità (ossia: falsità).
Non è normale che la Cnn elimini tutti gli episodi in cui compare Asia Argento dagli show del suo compagno Anthony Bourdain che si è suicidato a giugno: è come una manomissione degli archivi, il mondo depurato dal passato che crea disturbo. Non è normale che si reagisca alla memoria dannata di Asia Argento con l’ironia puerile e sciocca di chi dice: ben le sta, non era lei una teorica del linciaggio? Appunto, stiamo accettando tutto, stiamo subendo narcotizzati il precipitare verso l’abisso della censura. C’è un libro strepitoso di Alain Jaubert tradotto in Italia da Corbaccio con il titolo «Commissariato degli archivi» in cui viene documentata l’opera sistematica di falsificazione che le dittature esercitano per manipolare e cancellare il passato. Questo commissariato oggi non è una dittatura, ma un ammorbante centrale di conformismo e di idiozia che smorza ogni capacità di reazione.
Sarebbe bello che chi invece non si rassegna scambiasse copie clandestine del film annichilito di Woody Allen, o brandelli delle puntate Cnn con Asia Argento o i libri di Kipling. Resistere.