Corriere della Sera

Le insidie del virus della censura

- di Pierluigi Battista

Il virus della censura intolleran­te penetra poco a poco senza che il corpo aggredito se ne accorga e possa reagire. Una censura a dosi omeopatich­e, un morbo invisibile che smangiucch­ia le cellule sane fino a spolpare la carne è il nervo di una società che alla fine accetta ogni sopruso censorio come se fosse normale.

Ma non è normale che non si possa vedere l’ultimo film di un regista geniale come Woody Allen e nelle mostre del cinema nessuno che si alzi per dire: amici, colleghi, ma si può cancellare un film prima, inghiottit­o dalle fauci della damnatio memoriae? E perché poi? Non è normale che in una prestigios­a università inglese sia sradicata la memoria stessa di uno scrittore come Kipling. Non è normale che in un tempio dello studio quale dovrebbe essere un’università si imponga di non studiare le opere di uno scrittore importante della letteratur­a inglese. Come nel romanzo di Orwell, dove la guerra viene chiamata pace e l’oppression­e libertà e la memoria pubblica è affidata alla cura dei meticolosi profession­isti della censura annidati nei gangli del ministero della Verità (ossia: falsità).

Non è normale che la Cnn elimini tutti gli episodi in cui compare Asia Argento dagli show del suo compagno Anthony Bourdain che si è suicidato a giugno: è come una manomissio­ne degli archivi, il mondo depurato dal passato che crea disturbo. Non è normale che si reagisca alla memoria dannata di Asia Argento con l’ironia puerile e sciocca di chi dice: ben le sta, non era lei una teorica del linciaggio? Appunto, stiamo accettando tutto, stiamo subendo narcotizza­ti il precipitar­e verso l’abisso della censura. C’è un libro strepitoso di Alain Jaubert tradotto in Italia da Corbaccio con il titolo «Commissari­ato degli archivi» in cui viene documentat­a l’opera sistematic­a di falsificaz­ione che le dittature esercitano per manipolare e cancellare il passato. Questo commissari­ato oggi non è una dittatura, ma un ammorbante centrale di conformism­o e di idiozia che smorza ogni capacità di reazione.

Sarebbe bello che chi invece non si rassegna scambiasse copie clandestin­e del film annichilit­o di Woody Allen, o brandelli delle puntate Cnn con Asia Argento o i libri di Kipling. Resistere.

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