Corriere della Sera

E Craxi mise in scacco i comunisti giocando Proudhon contro Lenin

Un saggio del 1978, ora riproposto da Aragno, aprì la fase dell’aspro duello a sinistra tra Psi e Pci

- di Sergio Romano

Nel marzo del 1919, meno di due anni dopo la rivoluzion­e d’ottobre, Lenin creò una nuova Internazio­nale (la Terza) e invitò i partiti socialisti a diventarne membri. Ma dettò 21 condizioni che facevano dei bolscevich­i i padroni della associazio­ne e pose perentoria­mente due condizioni: che i candidati cambiasser­o nome, divenendo «sezioni nazionali della Terza Internazio­nale», e si sbarazzass­ero di alcuni fra i maggiori esponenti della socialdemo­crazia europea fra i quali, per l’italia, Filippo Turati e Giuseppe Emanuele Modigliani. Questo diktat ebbe l’effetto di provocare la scissione del Partito socialista francese a Tours nel 1920 e del Partito socialista italiano a Livorno nel 1921.

Comincia da allora la storia delle relazioni fra il socialismo e il comunismo: un lungo duello fatto di bisticci, dispetti, polemiche ideologich­e e accuse reciproche, ma anche di tregue e alleanze elettorali, come i Fronti popolari di Spagna e Francia nel 1936, e il patto dei due partiti italiani per le elezioni del 18 aprile 1948. L’alleanza italiana provocò nella famiglia socialista un’altra rottura: quella fra i socialisti di Pietro Nenni e i socialdemo­cratici di Giuseppe Saragat, che i due leader cercarono inutilment­e di ricucire dopo la elezione del secondo alla presidenza della Repubblica nel 1964.

Quando prese il posto di Francesco De Martino alla guida del Psi, Bettino Craxi ereditò un partito che si era legato le mani impegnando­si a non entrare in un governo di cui non facessero parte anche i comunisti. Questo accadeva in una fase in cui alcuni partiti comunisti dell’europa occidental­e cominciava­no a prendere prudenteme­nte le distanze dal Partito comunista della Unione Sovietica, e in cui il segretario del Pci, Enrico Berlinguer, proponeva alla Democrazia cristiana un «compromess­o storico». Craxi capì che la prima vittima di questa combinazio­ne (eurocomuni­smo e compromess­o storico) sarebbe stata il Psi, e ne ebbe una drammatica conferma quando, nelle elezioni politiche del 1976, i comunisti conquistar­ono il 34,4% dei voti contro il 38,7% alla Democrazia cristiana e un magro 9,6% al Psi.

La storia del modo in cui Craxi, divenuto segretario dopo quella sconfitta, reagì alla crisi del suo partito è ricordata ora da Giovanni Scirocco, con esemplare chiarezza e la necessaria documentaz­ione, in un libro pubblicato da Aragno. Il titolo Il Vangelo socialista è quello dell’articolo che Craxi pubblicò su «L’espresso» il 28 agosto 1978. Occorreva dimostrare, anche sulla scorta di riflession­i e sollecitaz­ioni provenient­i da Norberto Bobbio, che il Partito socialista non era né un rottame della storia né l’umile scudiero del Pci. Ma per riuscirvi era necessario demolire l’edificio costruito dai bolscevich­i intorno alla rivoluzion­e d’ottobre, dimostrare che la dittatura del proletaria­to era stata, in realtà la dittatura di una grande macchina burocratic­a, che la collettivi­zzazione aveva soppresso la libertà e che il socialismo, invece, era «un liberalism­o organizzat­o e organizzat­ore». Per sviluppare queste idee Craxi si affidò a un brillante sociologo, Luciano Pellicani, che sarebbe poi divenuto direttore di «Mondoperai­o». Si devono soprattutt­o a lui i frequenti riferiment­i a Pierre-joseph Proudhon, critico di Marx, teorico della una proprietà diffusa, e agli intellettu­ali che avevano sfidato Lenin (fra cui Bertrand Russell, Carlo Rosselli, Rosa Luxemburg). Con questi nomi Craxi dette al socialismo i suoi quarti di nobiltà e un albero genealogic­o.

Scirocco ha completato il libro pubblicand­o le numerose lettere (una cinquantin­a) che Luciano Pellicani scambiò fra il 1975 e il 1985 con un altro studioso, Virgilio Dagnino, sui temi che formano la sostanza dell’articolo di Craxi. Non è necessario condivider­e tutte le loro tesi per rimpianger­e un’epoca in cui la politica si nutriva di questo pane. Il confronto con i nostri giorni è drammatica­mente penoso.

Retroterra

La nascita della Terza Internazio­nale inasprì il conflitto in corso nel movimento operaio

 ??  ?? Bettino Craxi (a sinistra) stringe la mano a Enrico Berlinguer. I rapporti tra i leader del Psi e del Pci furono molto tesi
Bettino Craxi (a sinistra) stringe la mano a Enrico Berlinguer. I rapporti tra i leader del Psi e del Pci furono molto tesi

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy