UN TESORO DI TERRA
L’appuntamento In Trentino l’ottava conferenza mondiale dedicata a queste aree, patrimonio Unesco. Meno conosciuti dei siti archeologici, fanno del nostro Paese un ecosistema unico. Che dialoga con i territori circostanti L’ITALIA VANTA DIECI GEOPARCHI EL
L a storia e il patrimonio geologico e ambientale del pianeta possono essere accostati alle grandi realizzazioni della cultura e dell’ingegno umano? Sì, secondo l’unesco. Partendo da qui l’organizzazione Onu per la cultura dal 2015 a oggi ha identificato 140 geoparchi distribuiti in 40 nazioni. Di questi, dieci sono in Italia. Il fatto che il nostro Paese ne annoveri dieci in una superficie modesta rispetto ai colossi mondiali, dimostra la ricchezza e la diversità del territorio italiano. Un unicum.
Di cui, però, pochi sono a conoscenza. L’ottava conferenza mondiale dei geoparchi Unesco, assegnata per la prima volta all’italia (Madonna di Campiglio, 11-14 settembre), è il riconoscimento dell’eccezionalità di un territorio e dell’eccellenza del sistema gestionale dei geoparchi italiani. Per diventare un geoparco Unesco non è sufficiente, infatti, possedere un patrimonio geologico rilevante, ma sviluppare un percorso educativo e scientifico abbinato a progetti e a una strategia di sviluppo sostenibile del territorio. Non a caso, infatti, il tema dell’ottava conferenza è proprio «i geoparchi e lo sviluppo sostenibile», un argomento che sta molto a cuore ai membri italiani della rete Unesco, che confinano con territori molto antropizzati.
«I geoparchi italiani hanno visto aumentare le presenze dei visitatori», spiega Maurizio Burlando, nel comitato esecutivo di Global Geoparks Network e da meno di due mesi alla guida del Parco nazionale dell’arcipelago toscano dopo essere stato a lungo direttore del Geoparco del Beigua, in Liguria. «La nostra linea è lavorare in sintonia e coinvolgere le comunità locali, creare punti informativi, centri visita, formare guide, avviare laboratori a cielo aperto per le scuole, promuovere l’educazione ambientale. Perché c’è una storia nuova da raccontare: la geologia e la geomorfologia. Nei geoparchi si imparano sul campo temi importanti come i cambiamenti climatici, il rischio idrogeologico Da sapere
● Oggi per diventare un geoparco Unesco non basta possedere un patrimonio geologico di particolare rilevanza, ma bisogna sviluppare un percorso educativo e scientifico abbinato a progetti e a una strategia di sviluppo sostenibile del territorio e vulcanico, la prevenzione dei terremoti». Lo sviluppo della rete dei geoparchi e l’impegno di un ente come Unesco è stata una rivoluzione culturale. Dopo il Patrimonio dell’umanità (World Heritage, l’italia guida la lista mondiale con 54 siti) e le Riserve della biosfera (17 in Italia), per la prima volta il paesaggio e l’evoluzione geologica della Terra hanno ottenuto un riconoscimento e una protezione che li mette sullo stesso piano dei più importanti siti archeologici o artistici, che costituiscono le fondamenta dell’eredità culturale delle civiltà e del patrimonio storico delle nazioni e dei popoli. I geoparchi non devono però essere visti come istituzioni che proteggono e con-
servano un tesoro bellissimo, ma «fossile e pietrificato».
«Il riconoscimento Unesco è solo l’inizio di un percorso che prevede verifiche stringenti ogni quattro anni per stimolare i territori a un continuo miglioramento», dice Burlando. «L’unesco chiede di lavorare in rete per condividere le buone pratiche e i progetti più stimolanti. Ecco l’importanza dell’assegnazione all’italia della VIII Conferenza mondiale». In Trentino, ospiti del Geoparco Adamellobrenta, saranno presenti 850 delegati provenienti da 50 Paesi. «Siamo nella fase di avvio di una nuova avventura. Deve passare il messaggio che il patrimonio geologico è un tesoro che una volta consumato, non si rinnova».
Nel 2019 l’italia potrebbe ottenere l’undicesimo geoparco: «È già stata fatta la verifica alla domanda del Parco nazionale dell’aspromonte e in aprile il Comitato esecutivo dovrebbe inserirlo nella lista mondiale», anticipa Burlando. E altre domande sono già state presentate: tra queste i Castelli Romani, il Parco nazionale della Majella e l’arcipelago toscano.