«Il Leone d’oro è di tutti, ingiusto darlo a un film Netflix»
Autori ed esercenti contro il verdetto della Mostra. Il direttore Barbera: basta con posizioni dogmatiche
VENEZIA Dunque il Leone d’oro è andato a Roma, targato Netflix. Il meraviglioso film di Alfonso Cuarón potrà essere visto dagli abbonati alla piattaforma di streaming in 190 Paesi: un’opportunità che comunque non piace ad autori ed esercenti. L’anac (Associazione nazionale autori cinematografici), la Fice (Federazione italiana cinema d’eesai) e l’acec (Associazione cattolica esercenti cinema) in una nota congiunta definiscono «iniquo che il marchio della Biennale sia veicolo di marketing della piattaforma Netflix» che «sta mettendo in difficoltà il sistema delle sale» e sottolineano che il Leone d’oro «dovrebbe essere alla portata di tutti» e non dei soli abbonati alla piattaforma.
Era stato dunque previdente il direttore della Mostra Alberto Barbera, quando qualche ora prima aveva detto: «Qualche discussione ci sarà. La migliore risposta l’ha data Cronenberg: tutte le polemiche sulla trasformazione del
d Difendere il passato è una perdita di tempo Questo è il futuro del cinema
cinema sono solo l’effetto della nostalgia». Opporsi, come fa Cannes, significa fare battaglie di retroguardia? «In Francia hanno altre leggi, ci vogliono 36 mesi prima che un film passi in tv, altrove ci si dovrà misurare con una realtà che è mutata, fatta con nuovi operatori come Netflix, Amazon e altri futuri soggetti. Mi dicono che Netflix stia acquistando una catena di sale negli Usa, e comunque Roma in alcuni Paesi uscirà anche al cinema».
Il migliore nemico delle sale, la tv (benché pay), diventa il suo migliore alleato? «Sono tutti segnali di aggiustamenti di una situazione che in passato ha visto la controparte con i coltelli in mano, e invece ora ci dialoga, in un confronto di assetti tutti da definire. Chi si rifiuta di prendere in considerazione questa eventualità mi sembra perdente. Difendere il passato è una perdita di tempo. Basta con polemiche inutili e confronti rigidi. Questo è il futuro del cinema, mi sembra chiaro».
Quanto al cinema italiano uscito a mani vuote? «A Cannes un film francese vince ogni 15 anni, siamo nella media».