Corriere della Sera

Meraviglia Dovi

A Misano la gara perfetta del pilota Ducati Marquez secondo, Lorenzo cade, Rossi solo 7° Tripletta tricolore con Bagnaia e Dalla Porta

- Daniele Sparisci

Dominio tutto italiano: vittorie anche in Moto2 e 3

Il tricolore gli copre il casco, Andrea Dovizioso guidando alla cieca trova lo stesso la strada della pit-lane prima di scatenare la «festa selvaggia» (copyright del direttore sportivo Paolo Ciabatti) dentro ai box. Al diavolo il basso profilo, le parole misurate con il bilancino, certi giorni vorresti non finissero mai. A Misano, a casa di Valentino, il popolo giallo orfano del suo supereroe (vittima dell’irreversib­ile crisi tecnica della Yamaha, Rossi chiude 7°) adotta Desmodovi. Il rosso è abbagliant­e, undici anni dopo il successo di Casey Stoner una Ducati torna sul podio più alto, con un italiano a completare il triplete azzurro in Riviera: «Pecco» Bagnaia si prende la Moto2 e un altro pezzetto di Mondiale, Lorenzo Dalla Porta dopo 48 Gp trova il primo centro in carriera nella Moto3.

E non poteva esserci miglior portabandi­era del Dovi visto ieri, dei dieci successi con la «Desmo» di Borgo Panigale questo è il più autoritari­o e anche il più sentito: «Forse è una delle vittorie migliori, per come l’abbiamo ottenuta e per il momento in cui ci troviamo. Serviva una bella risposta da dare a tutti». È arrivata puntuale come un treno svizzero, dopo la pole record firmata da Jorge Lorenzo ventiquatt­r’ore prima. Ha vinto su tutta linea Dovi, contro il compagno e contro gli scettici. Scattava dalla seconda fila: ha

d Dovizioso Questa resta la casa di Valentino, vincere mi ha dato tanta soddisfazi­one

d Marquez Ora la Ducati è la moto migliore, per fortuna lo è diventata solo nelle ultime gare

sverniciat­o «Giorgio» al sesto giro, gli ha rubato il martello per picchiare duro. Con un passo insostenib­ile ha stampato tempi in fotocopia fino alla bandiera a scacchi per pareggiare il conto dei successi con il coinquilin­o di garage (3-3) e superarlo in classifica. Talmente superiore da togliersi anche lo sfizio, a poche curve dal traguardo, di voltarsi verso le tribune per mimare un gesto eloquente: «Provatemi a prendermi, se potete». Marquez era lontano, aggrappato a un secondo posto pesantissi­mo in ottica campionato, Lorenzo era franato nella ghiaia a due tornate dalla fine nel tentativo di riprenders­i ciò che gli era stato tolto.

Sfumata la doppietta, resta un tris storico per la Ducati (Repubblica Ceca, Austria e San Marino) che conferma l’eccellenza del progetto tecnico di Gigi Dall’igna. Perché sulla pista romagnola le Rosse avevano sempre sofferto. «Questa resta la casa di Valentino — spiega Dovizioso — , non è un circuito che amo particolar­mente e non ho mai avuto grandi aspettativ­e, vincere mi ha dato tanta soddisfazi­one. È il frutto del lavoro fatto sulla moto e su di me per gestire certe situazioni». Come i frequenti paragoni con Lorenzo che l’anno prossimo correrà con la Honda: «Non mi sento secondo a nessuno. Forse qualcuno ha dato più importanza alla moto che ai miei risultati. Jorge invece è visto come quello che è riuscito ad adattarsi alla Ducati e a vincere». Nella sua domenica perfetta il Mondiale rimane un miraggio. In versione «ragioniere» Marquez s’inchina al potere rosso: «Meno male che le Ducati si sono svegliate tardi». Per recuperare 67 punti in 6 gare a Dovi servirebbe un miracolo: «Dobbiamo restare concentrat­i, migliorare e non pensare al campionato, è tutto lavoro che sarà buono per il prossimo».

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