Una boutique del calcio lanciata in orbita da Cr7-mou-mendes
Ronaldo assente, si punta sul fresco talento di Lopes
di Benfica, Porto e Sporting, arrivando ad avere nel Real Madrid l’allenatore (Mourinho) e sei giocatori, compreso Cristiano. Quest’estate ha portato alla Juve il suo pupillo, ma ha rimesso una sua pedina (Lopetegui) al Bernabeu.
In mezzo a questo trading forsennato di giocatori e allenatori, attraverso partecipazioni di terze parti in fondi di investimento offshore, inchieste della Fifa e un alone torbido, il sistema Portogallo è comunque riuscito a crescere in modo esponenziale. Campione d’europa in carica anche con Under 19 (vittoriosa in finale con gli azzurri) e Under 17, la Federazione ha sfruttato il lavoro dei vivai, vere fabbriche di piccoli campioni (il Benfica ha incassato 360 milioni negli ultimi 7 anni) che poi, come nel caso di Ronaldo, o quello più recente di Bernardo Silva, vengono venduti subito all’estero, meglio se nella rete Mendes. Ma non si è adagiata, anzi: ha costruito un centro sportivo all’avanguardia, ha aperto l’unica università in Europa di emanazione federale, in cui tiene un corso anche Mou. Ha ingaggiato il direttore commerciale di Wembley e ha richiamato i propri professionisti migliori (nella fisioterapia e nel marketing) che erano finiti all’estero. Chiudendo, con la sua ricerca di eccellenza, un cerchio: ai tempi grigi della dittatura, la triade del Portogallo povero e autarchico era Fado-fatimafutebol. Quella Mendes-mourinho-ronaldo ha rivoluzionato il calcio. Non solo nel cuore di Lisbona.