Balo replica: «Io sono forte, voi?» E il c.t. lo difende: «Sacchi duro»
«Non rovinare una buona giornata, anche se ieri ne hai avuta una pessima. Io sono forte e voi?». Mario Balotelli lancia interrogativi via social, dopo le critiche ricevute per la controprestazione di venerdì. E soprattutto dopo la sgradevole polemica Sacchi-raiola di sabato: «L’intelligenza conta più dei piedi…» ha detto l’ex c.t., scatenando l’ira scomposta del procuratore dell’attaccante. Roberto Mancini vuole riportare la faccenda in un territorio sconosciuto, quando si parla di Balotelli. Quello della normalità. Ma prima replica allo stesso Sacchi: «Lui è stato un grande allenatore — ha detto il Mancio alla Domenica Sportiva — ma con Mario è stato troppo duro. Comunque non è che dobbiamo stare vicini a Mario più del solito: un calciatore può anche giocare male. E come ci sono tanti elogi quando le cose vanno bene, così ci sono tante critiche quando girano storto. Sono situazioni normali». LISBONA Qui tutto parla del buon Cristiano, anche se lui saluta con una foto in costume, mentre prende il sole sul suo yacht, al largo di Montecarlo. Nei primi libri della Ronaldeide si narra che le strade in salita che partono dalla piazza Marques de Pombal, nel cuore di Lisbona, servivano al giovane fenomeno per allenarsi, con i pesi alle caviglie. Oggi i negozi di articoli sportivi e di telefoni sono tutti tappezzati col suo faccione, perché Ronaldo è arrivato in cima a tutto e ha trascinato con sé l’intero sistema portoghese. «Anche se non si è ancora sbloccato vedrete quanti gol segnerà in Italia…» se la ride il c.t. ingegnere Fernando Santos, che è pur sempre riuscito nell’impresa di vincere l’europeo 2016 con CR7 k.o. per infortunio nella finale con la Francia. Al Mondiale russo, il capitano ha segnato una memorabile tripletta con la Spagna e dopo 4’ contro il Marocco: ma non fa gol da allora ed è rimasta quella l’ultima vittoria di una Nazionale che in 9 partite ha battuto solo marocchini e algerini, ha pareggiato 5 volte e perso 2.
Al posto del vacanziero Ronaldo stasera potrebbe toccare al 22enne Rony Lopes, a suo modo un piccolo simbolo di un Paese che ha qualche abitante in meno della Lombardia ma è da anni la boutique di lusso del calcio Europeo. Lopes, come mezza squadra, è della scuderia di Jorge Mendes, il super procuratore di CR7 e Mourinho che da ragazzo vendeva in spiaggia i cappelli intrecciati dalla madre e adesso è tra gli uomini più potenti del calcio mondiale. L’attaccante del Monaco è cresciuto nell’accademia del Benfica, che per colmare la distanza con quella dello Sporting (da cui sono usciti 6 palloni d’oro, i 5 di Ronaldo e quello di Figo) è diventata una palestra high tech, dove i parametri dei ragazzi vengono registrati anche dai robot. Poi è finito al City e quindi, per 12 milioni, nel Principato, una delle società per le quali Mendes non solo ha procurato allenatore e molti giocatori, ma anche il proprietario, in questo caso il magnate russo Rybolovlev. Un sistema che è decollato, grazie al 18enne Ronaldo venduto al Manchester United, e poi all’esplosione di Mourinho, campione d’europa col Porto nel 2004. Con la sua Gestifute, nei primi dieci anni del millennio, Mendes ha gestito il 68% dei trasferimenti all’estero posto per il Portogallo nel ranking Fifa: la Nazionale del c.t. Santos ha vinto l’europeo del 2016 milioni di euro incassati dal Benfica negli ultimi 7 anni: i club portoghesi sono grandi esportatori di talenti