Corriere della Sera

Lascia il mago dei dati di Milan Lab «Noi pionieri, con i numeri si vince»

Tognaccini: «Sarri mi voleva al Chelsea, Montella era poco interessat­o»

- Monica Colombo

● Nell’ottobre 2017 Montella, dopo aver allontanat­o Marra, gli chiese di fargli da preparator­e. Tognaccini declinò però l’offerta

«Sono stati 20 anni formativi, avendo frequentat­o persone da cui ho imparato molto; meraviglio­si per le vittorie conquistat­e da protagonis­ta; impegnativ­i perché ho tolto tempo alla mia famiglia: era giunto il momento di dire basta». Daniele Tognaccini, arrivato a Milanello nell’estate del 1998 come preparator­e atletico di Zaccheroni, entrato nello staff organizzat­ivo di Milan Lab nel 2002, ne è diventato nel corso degli anni il responsabi­le. Ha attraversa­to fasi vincenti e calanti, partecipan­do a 12 finali e venendo ammesso al gruppo di innovazion­e tecnologic­a della Fifa.

Per quale motivo non ha rinnovato il contratto scaduto il 30 giugno?

«Non certo perché la società precedente non credeva in Milan Lab. Anzi, la proprietà cinese aveva sviluppato piani di business per esportare la metodologi­a in Oriente. Aveva un atteggiame­nto opposto rispetto a Berlusconi che non era per nulla interessat­o a lucrare su un patrimonio di informazio­ni preziosiss­imo».

Da quale esigenza nacque Milan Lab?

«Il progetto partì su input di Adriano Galliani. L’obiettivo era creare una piattaform­a di dati per fornire delle spiegazion­i: come erano arrivati i trofei? Con quali allenament­i? Come si potevano prevenire gli infortuni, il cui numero incide sul bilancio?».

Era un progetto avvenirist­ico.

«Fummo i primi nel mondo a introdurre una raccolta dati di tre aree, struttural­e, biochimica e mentale. Creammo a costo zero un sistema di supporto da mettere a disposizio­ne dei dipartimen­ti tecnici, medici e atletici. In vent’anni abbiamo raccolto 2 milioni di dati tanto che Microsoft, nostro partner, ha dichiarato che Milan Lab rappresent­a il database più importante al mondo a livello sportivo».

Qual è stato collaborat­ivo? il tecnico più

«Gli anni d’oro sono stati quelli di Ancelotti. Abbiamo disputato tre finali di Champions, abbiamo avuto due Palloni d’oro, abbiamo consentito ad atleti come Maldini, Costacurta, Inzaghi di chiudere la carriera a ridosso dei 40 anni».

L’allenatore più diffidente?

«Gli ultimi arrivati, Montella e Mihajlovic, non avevano mostrato molta curiosità. Al contrario di Maurizio Sarri, un vero maniaco di numeri».

Cioè?

«È mio grande amico, abitiamo a pochi km di distanza. Ogni volta che ci incontriam­o mi chiede, si vuole informare. Lui è innamorato dei dati. Mi ha anche chiesto di seguirlo al Chelsea, ma ora intendo rallentare i ritmi lavorativi. Ho un progetto nel campo del turismo e un altro con una società di calcio americana».

Pato, vittima di innumerevo­li infortuni muscolari, è stato il rammarico più grande?

«Non penso che Milan Lab abbia commesso errori. Era come se noi, con i nostri dati, mettessimo a disposizio­ne dei medici un navigatore per seguire la strada. Poi se si preferisce imboccare un’altra via non è colpa del navigatore».

Il giocatore più disponibil­e?

«Seedorf: era il maggior frequentat­ore della mind room, la stanza dove entravi, ad esempio, per superare le paure dopo un infortunio. Tempestava di domande lo psicologo, il dottor De Michelis. Tutto il contrario di Serginho. Ti stava a sentire 5’, ti diceva che eri un genio ma non gli importava molto».

d Abbiamo raccolto in 20 anni due milioni di dati Microsoft ha dichiarato che il nostro è il database sportivo più importante del mondo

Senza di lei, chi porterà avanti il progetto?

«Bruno Dominici che ha lavorato con me per 14 anni e ora è il preparator­e di Gattuso. Da calciatore Rino ha dovuto sgomitare per superare i pregiudizi, ci riuscirà anche da allenatore. Nessun tecnico al mondo avrebbe trascinato fuori dalla crisi la squadra lo scorso anno. Rino deve essere la pietra da cui ripartire. E poi se come a.d. arriverà Gazidis, che all’arsenal con Emery lavora sui numeri, Milan Lab non potrà che essere potenziato».

d Seedorf era il più grande frequentat­ore della mind room, Serginho ti diceva che eri un genio ma dopo cinque minuti ti mollava

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(Buzzi) Con Pato Daniele Tognaccini al lavoro con l’attaccante brasiliano Pato, in rossonero dal 2008 al 2013

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