«Siamo tutti cavie inconsapevoli dei social»
Sappiamo di essere controllati dal web. Però chi ne è consapevole ha più o meno la mia età (sono un quasi 60enne). Anni fa ho fondato Radioimmaginaria, una web radio messa in mano agli adolescenti tra 11 e 17 anni. L’idea è quella di sviluppare un mezzo con cui i ragazzi possano fare comunicazione e mettersi in relazione tra loro. In questi giorni stiamo anche parlando di lavoro a Bologna con Teen Parade. Avendo il privilegio di osservare i loro comportamenti, interessi e passioni, mi sono convinto che chi è nato con i social già vivi oggi non comprenderà fino in fondo la portata del fenomeno. Ogni cervello, ogni identità dei nostri ragazzi per diverse ore al giorno è messa a disposizione di qualche paperone che guadagna smodatamente, grazie ad azioni inconsapevoli e continue. Tutto il tempo passato a condividere, linkare, postare è un tempo sacrificato e regalato a pochi furbi affaristi. Forse c’è una strada da percorrere con questi ragazzi: spiegare loro, non solo a parole, come sia «figo» essere protagonisti. Sperimentare, fare errori, inventare da zero, mettere in discussione, smontare, obiettare semplicemente per il gusto di farlo. Trasmettere loro quanto sia appagante investire sul valore inalienabile della propria persona, lanciandosi in avventure sconsiderate, mettendo al centro di tutto la propria indole. Michele Ferrari Il lettore, regista e fondatore di Radioimmaginaria, mette in guarda contro lo strapotere del web