L’allarme di Mancini «Retrocessione? È necessario crescere»
Il c.t. e la crisi del gol: «Problema da risolvere»
LISBONA Sul lettino dei «senza gol» ci resta l’italia di Roberto Mancini: da lì si alza pure il paziente André Silva, uno che al Milan in campionato ne ha fatti appena 2 in 24 presenze e che è stato mandato a Siviglia per riprendere confidenza con la rete avversaria. La cura funziona e il Portogallo senza Ronaldo risolve il problema del centravanti. L’italia no e stavolta non riesce nemmeno a nascondersi dietro a un rigore, come a Bologna contro la Polonia. Mancini cambia i fattori, non solo in attacco, ma il prodotto non cambia.
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Ed è di bassa qualità: «Purtroppo errori ne commettiamo e dobbiamo cercare di limitarli — premette il c.t. azzurro —. I ragazzi hanno messo in campo tutto quello che potevano mettere, ma dobbiamo trovare rimedi per fare gol, perché per vincere servono quelli. Servono soluzioni e per trovarle dobbiamo metterci qualcosa di più». Il problema non è evidentemente solo la silhouette di Balotelli e la sua statica solitudine esibita al Dall’ara. Del resto se Mancini aveva lanciato un attaccante così fuori forma, sottolineando il suo «spessore internazionale» vuole dire che le alternative non gli davano garanzie. O che il c.t. non «vede» Belotti, l’attaccante considerato più in forma, ma quello che ha meno minuti nelle gambe: «Giocare con due attaccanti che possono dialogare tra di loro può essere sicuramente importante, rispetto a Bologna siamo stati più alti nel primo tempo, ma non è bastato — sottolinea il c.t. —. La retrocessione è un rischio che bisogna correre? Quel che conta è crescere, non c’è niente da fare. Se i giovani non giocano ad alti livelli è chiaro che ci sono delle difficoltà soprattutto all’inizio. Ma lo sapevamo anche prima. A ottobre la condizione complessiva sarà migliore, ma dobbiamo trovare soluzioni per arrivare al gol. È questo il problema da risolvere adesso».
Simone Zaza, che tornava titolare dopo 27 mesi, con Immobile componeva la prima coppia gol della gestione Conte: l’intesa con Ciro allora sembrava più naturale, forse anche per il supporto ricevuto: «Tornare a fare gol è la cosa più semplice da capire, perché se non segni è difficile vincere. Con due punte per un attaccante c’è più possibilità di trovare spazio».
Ma non sul lettino: quello del mal di gol azzurro, resta affollato.
Mancini Troppi errori, non riusciamo a fare gol, dobbiamo tornare a segnare