Corriere della Sera

Il «condono» divide il governo

Assedio a Tria sulle risorse. Dubbi sul piano M5S per le pensioni minime a 780 euro Si apre un nuovo fronte. Il Carroccio: deficit, sfiorando il 3% disponibil­i 24 miliardi

- Mario Sensini

Ancora scontri nella maggioranz­a. Divergenze tra M5S e Lega sul condono. E sulle pensioni minime. La Lega: costa troppo.

È durato quasi tre ore, e non è stato risolutivo, il vertice di governo sulla prossima legge di Bilancio. Il premier Giuseppe Conte, i due vice Luigi Di Maio e Matteo Salvini, i titolari dell’economia, Giovanni Tria e degli Affari Ue, Paolo Savona, torneranno a riunirsi nei prossimi giorni per mettere a punto i numeri della manovra, sui quali ancora non c’è accordo. Al termine i protagonis­ti hanno insistito sui tagli agli sprechi, segno che bisogna trovare risorse per finanziare le tante richieste di Lega e 5 Stelle.

«Il vertice — dice Conte — si è svolto in totale armonia ed è emerso l’obiettivo condiviso di provvedere ad una profonda revisione della spesa, volta a massimizza­rne l’efficienza attraverso il taglio degli sprechi». Quello che sarà il rapporto tra il deficit e il prodotto interno lordo del 2019 «sarà l’ultima cosa che saprete», aveva detto lo stesso Conte ai giornalist­i prima del vertice, ricordando che la manovra si occuperà anche di sanità. Il ministro Giulia Grillo, in particolar­e, chiede un intervento per ridurre la spesa a carico dei cittadini, con la revisione dei ticket, e maggiori risorse per i contratti di lavoro.

Il ministro dell’economia, Tria, è intenziona­to a tenere l’obiettivo di deficit del prossimo anno intorno all’1,6%. Un valore che consentire­bbe una riduzione del rapporto debito/pil ma anche una leggerissi­ma riduzione del deficit rispetto a quest’anno. Lega e M5S, tuttavia, continuano a premere perché l’asticella sia fissata a un livello più alto, vicino al 2%.

«Rispettere­mo gli impegni con gli italiani su tasse, pensioni, reddito di cittadinan­za e maggiori posti di lavoro. Gli esperti sono al lavoro per recuperare sprechi ma soprattutt­o per assicurare riforme coraggiose», ha detto Salvini dopo il vertice. «Le scelte sulla legge di Bilancio devono essere coraggiose — ha commentato Di Maio —. La mia posizione è ferma: vanno tagliati tutti gli sprechi, tutti i rami secchi». Ma sulle cose da fare Lega e M5S continuano a duellare a distanza. La «pace fiscale» della Lega continua a creare imbarazzi tra i grillini, mentre nel Carroccio si punta il dito sul reddito di cittadinan­za, che secondo Carlo Sibilia (M5S) dovrebbe partire se non a gennaio almeno a marzo del 2019, e l’adeguament­o delle pensioni minime a 780 euro. «Il M5S non voterà nessun condono. Non sto dicendo che la Lega voglia fare questo però, per quelli che sono i nostri valori, deve essere

Luigi Di Maio

ben chiaro», dice Di Maio, sottolinea­ndo che «dobbiamo premiare le fasce deboli della popolazion­e non chi si è portato i soldi all’estero e vuole farli rientrare».

«Per tutte le definizion­i internazio­nali, quando lo Stato cancella qualcosa che il contribuen­te deve pagare, è un condono» precisa l’economista Carlo Cottarelli, secondo il quale un deficit pubblico all’1,6% è un obiettivo accettabil­e, che «non causerebbe una reazione eccessiva dei mercati», anche se «è dura arrivarci inserendo la flat tax, il reddito di cittadinan­za, una riforma delle pensioni » e la sterilizza­zione degli aumenti dell’iva.

Gli impegni

Il leader leghista parla di incontro «proficuo»: rispettere­mo gli impegni con gli italiani

d Le scelte devono essere coraggiose e nell’interesse dei cittadini Vanno tagliati tutti gli sprechi

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