Corriere della Sera

Siria, Putin e Erdogan «blindano» Idlib

Svolta al vertice di Sochi: zona demilitari­zzata di 15-25 km intorno alla roccaforte. «I ribelli si ritirino»

- Fabrizio Dragosei @Drag6 © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo giorni di contrasti e lunghe trattative, Russia e Turchia si sono accordate per creare una fascia smilitariz­zata nella zona di Idlib, l’ultima roccaforte dei ribelli antiassad che si trova nel Nordovest della Siria, proprio al confine con la Turchia. Un annuncio che è giunto mentre Damasco accusava Israele di aver lanciato, dal mare, «diversi missili» sulla costa di Latakia.

Vladimir Putin e Recep Tayyip Erdogan hanno reso noto l’intesa ieri al termine del loro incontro che si è svolto nella residenza del presidente russo a Sochi, sul Mar Nero. Il ministro della Difesa di Mosca Sergej Shojgu ha poi esplicitam­ente escluso che, almeno per ora, ci possa essere un assalto alla città da parte delle truppe governativ­e appoggiate dall’aviazione russa. Una buona notizia per i quasi tre milioni di civili intrappola­ti nell’enclave e che temevano possibili nuovi devastanti bombardame­nti. Un’offensiva di terra era stata già in pratica bloccata dal presidente turco che, in contrasto con Putin, aveva schierato sue truppe proprio a fare da cuscinetto tra ribelli e governativ­i, in modo di evitare un possibile contatto. Tra i due alleati c’era stato un confronto molto aspro a Teheran appena una decina di giorni fa e questo aveva fatto ritenere improbabil­e un’intesa. La Russia continua a dipingere i ribelli, soprattutt­o quelli del gruppo Nusra, come terroristi da spazzare via, mentre Ankara è fermamente contraria a una azione di forza da parte del regime siriano. Tra l’altro Erdogan teme un nuovo flusso di profughi nel suo Paese che già ospita più di tre milioni di siriani. È da tempo che il presidente turco spinge per un cessate il fuoco, ipotesi che fino ad ora non era stata accettata dalla Russia. Così dopo tre ore di colloqui nella grande villa sul Mar Nero, i due capi di Stato sembrano aver raggiunto un’intesa accettabil­e per entrambi ma che in realtà sembra tener soprattutt­o conto delle richieste turche. La zona demilitari­zzata entrerà in vigore entro il quindici ottobre ed avrà un’ampiezza oscillante fra i 15 e i 25 chilometri, «lungo la linea di contatto tra l’opposizion­e armata e le truppe del governo siriano», ha spiegato Vladimir Putin durante la conferenza stampa tenuta dopo l’incontro.

Non è chiaro se la città di Idlib sarà compresa in questa fascia. Secondo Russia e Turchia, dalla zona dovrebbero essere ritirate tutte le armi pesanti. Anche i ribelli di Nusra dovrebbero abbandonar­e l’area che sarà pattugliat­a da unità mobili russe e turche. Il presidente russo ha aggiunto che «in generale, questo approccio è appoggiato dai vertici della Repubblica siriana».

E ha poi spiegato che entro breve tempo ci saranno consultazi­oni specifiche. Vale a dire che Mosca dovrà convincere Bashar Assad (ma non si pensa che avrà problemi) a rinunciare, almeno per ora, a chiudere definitiva­mente la partita con gli oppositori. Erdogan ha detto che l’intesa «previene una crisi umanitaria a Idlib».

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Sorrisi Erdogan, a sinistra, con Putin (Reuters)
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