Corriere della Sera

«La legionella trasmessa dall’aria» I sospetti su tre aziende lombarde

Brescia, la svolta dai campioni prelevati nelle torri di raffreddam­ento delle industrie

- (foto Cavicchi/ Lapresse) Pietro Gorlani Matteo Trebeschi

BRESCIA È stata l’aria, non l’acqua del fiume Chiese né tantomeno degli acquedotti, a veicolare il batterio della legionella che ha contagiato 405 persone tra Bassa Bresciana orientale e Alto Mantovano. La svolta è arrivata ieri, quando i laboratori dell’agenzia per la tutela della Salute di Brescia (Ats) hanno ufficializ­zato la presenza del batterio in nove dei dieci campioni prelevati dalle torri di raffreddam­ento di tre grandi impianti industrial­i della zona: una cartiera a Montichiar­i, un’acciaieria a Calvisano e un’azienda meccanica di Carpenedol­o.

«Il batterio può aver proliferat­o nel serbatoio d’acqua di una di queste aziende chiuse per ferie in agosto, aiutato dalle elevate temperatur­e estive» ha spiegato il direttore generale di Ats, Carmelo Scarcella. Con la ripresa delle attività potrebbe essersi propagato per chilometri, trasportat­o dal vento e dai temporali. Altre torri di raffreddam­ento potrebbero aver creato un effetto eco, «rilanciand­o» l’aerosol contagioso. I sindaci dei paesi coinvolti ieri sera hanno già firmato ordinanze che obbligano le aziende a sanificare gli impianti, mentre le analisi dell’autorità sanitaria si estenderan­no anche ai comuni limitrofi. E proprio sulla scorta del caso Brescia l’assessore al Montichiar­i Carpenedol­o Calvisano Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, promette entro l’anno «una legge per censire tutte le torri di raffreddam­ento e imporre una sanificazi­one ciclica».

La legionella è stata trovata anche nel fiume Chiese (in 7 dei 18 campioni) inizialmen­te considerat­o vettore di contagio. Ma Scarcella ricorda che in questo territorio «non si pratica irrigazion­e a pioggia» che crea nebulizzaz­ioni pericolose da respirare. Prosciolti definitiva­mente anche acquedotti e pozzi.

Con le potenziali fonti di contagio ancora attive, ieri ci sono stati altri 23 casi di polmonite (405 da quando è iniziata l’emergenza, 3 i decessi). I pazienti positivi alla legionella sono 42: questo non significa che il batterio sia responsabi­le solo del 10 per cento delle infezioni. I vertici dell’assessorat­o al Welfare sono certi che i casi crescerann­o col passare dei giorni: oltre al test sulle urine (negativo) laddove possibile verranno praticati esami più invasivi (quali la broncoscop­ia). L’istituto Superiore di Sanità vuole infatti identifica­re il sierotipo esatto di legionella, per tracciare i contorni di un’epidemia «unica al mondo per dimensioni». I precedenti simili, come quello del 2014 a Lisbona — dove tutto partì da una torre di raffreddam­ento — coinvolse una sola località (Vila Franca de Xira) e non 27 comuni. Ma almeno l’origine del contagio, che resta sconosciut­a in 6 casi su 10, a Brescia è stata identifica­ta. I pazienti Quelli con diagnosi accertata di polmonite nella Bassa Bresciana orientale, secondo i dati della Ats di Brescia. I maschi sono 269 (66,4% del totale) Le persone Quelle positive alla legionella, di cui 31 maschi. L’età media delle persone coinvolte è di 61,3 anni. Al momento i degenti ricoverati sono 200

 ?? Fi u m e C h ie s e ?? L’areaLa cartiera di Montichiar­i, una delle aziende dove è stato rilevato il batterio
Fi u m e C h ie s e L’areaLa cartiera di Montichiar­i, una delle aziende dove è stato rilevato il batterio

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy