L’uomo che unì gli atenei d’europa: oggi spinte disgregative
Bologna, trenta anni fa la firma della Magna Charta. Roversi Monaco: «Ritrovare lo spirito di allora»
BOLOGNA La Magna Charta Universitatum, che determina la missione delle università basata sui principi di autonomia e libertà accademica, fu firmata a Bologna nel 1988. Il suo trentennale viene celebrato oggi a Salamanca, nella sua antica università che festeggia ottocento anni di vita, alla presenza dei Reali di Spagna. In questa occasione oltre 70 università ratificheranno la loro volontà di aderire.
Fabio Roversi Monaco oggi lei è presidente onorario dell’observatory Magna Charta Universitatum e nel 1988 era il rettore di Bologna. Come nacque l’idea della Magna
Cos’è
● La Magna Charta Universitatum è un documento internazionale che individua la libertà accademica e l’autonomia istituzionale come principi guida della missione delle università e per il loro buon governo
Charta?
«Fu una mia iniziativa subito condivisa con alcuni dei principali rettori europei dell’epoca che formarono il Comitato che approvò il testo: tra gli altri il presidente dell’associazione delle Università Europee Carmine Romanzi, il professor Giuseppe Caputo di Bologna, Josep Bricall rettore a Barcellona, Roger Dillemans della Cattolica di Lovanio, Jacques Soppelsa rettore dell’università Paris-panthéon».
In Europa che clima si respirava?
«Uno spirito costruttivo, teso a realizzare un’integrazione europea non solo dal punto di vista economico e politico ma anche, se non soprattutto, culturale. Su questo non abbiamo fallito. Forse quel che è stato fatto non basta, forse si poteva fare meglio, ma ricordiamoci che un anno prima della firma della Magna Charta nacque il progetto Erasmus. Oggi in Europa si avverte una spinta disgregativa. Più che pensare a una visione onnicomprensiva delle esigenze dell’europa dal punto di vista formativo, si pensa a creare delle eccellenze».
Oggi firmano più di 70 nuove università, portando il numero complessivo di sottoscrittori a oltre 800. Troppi?
«Ci troviamo di fronte al tema delle università monotematiche che sono eccellenze ma si discostano dal concetto di università in quanto tale, cioè al servizio della società».
Nel suo intervento parla di «true university». A cosa si riferisce?
«È l’espressione usata nel preambolo della Magna Charta e comprende le caratteristiche che deve avere un’università, che non può essere vocata appunto a una sola disciplina, essere cioè monocorde».
Quali sono queste caratteristiche?
● Fabio Alberto Roversi Monaco, 79 anni, costituzionalista, è stato rettore dell’università di Bologna dal 1985 al 2000
«La pluralità dei settori disciplinari e l’inscindibilità tra insegnamento e ricerca sono punti fondamentali. C’è da sperare poi che i nuovi firmatari dalla Turchia o da altri Stati oppressi da dittature aderiscano alla Magna Charta come impegno a riconquistare la loro autonomia».
Le università online sottraggono studenti e risorse alle «vere» università.
«Il concetto di università prevede necessariamente il contatto personale, continuativo e duraturo tra docente e discente».