Carige, Consob richiama Mincione Ultima conta dei voti in assemblea
La Commissione: integrare il prospetto per le deleghe. Oggi il Tribunale
Tutti i protagonisti della battaglia, sempre più cruenta, per il controllo di Banca Carige aspettano che entro oggi pomeriggio il Tribunale di Genova depositi la sentenza sul ricorso presentato dal socio di riferimento Malacalza Investimenti contro il patto parasociale fra Raffaele Mincione, il finanziere Gabriele Volpi e l’imprenditore portuale Aldo Spinelli. A tre giorni dall’assemblea dei soci di giovedì 20 gli scenari potrebbero cambiare radicalmente a seconda delle decisioni del giudice.
Malacalza chiede al Tribunale che ai tre sia inibito il voto tout-court. I legali di entrambe le parti avrebbero espresso la loro contrarietà a soluzioni di mediazione ad esempio ad un «congelamento» al 9,9% sulla scia di quanto comunicato da Bankitalia nei giorni scorsi. Il patto parasociale raggiungendo il 15,2% doveva essere autorizzato dalla Banca Centrale Europea ma a quest’ultima non era arrivata alcuna richiesta, si è quindi mossa Bankitalia chiedendo la documentazione per l’autorizzazione e sterilizzando intanto il voto al 9,9%. La tesi sostenuta dai legali del socio Malacalza è che il comportamento «fuori dalle regole» dei tre firmatari del patto — impossibile che ignorassero la necessità di autorizzazione, sostengono — li metta automaticamente al di fuori delle prerogative richieste per esercitare il diritto di voto, anche singolarmente.
Ma c’è dell’altro. Ieri Consob ha chiesto Mincione di integrare il prospetto di sollecitazione di deleghe di voto, dando conto della stipula del patto parasociale. Nel prospetto si ricorda che le deleghe raccolte dalla società Morrow Sodali possono essere revocate fino a un minuto prima della mezzanotte del giorno precedente l’assemblea.
In molti ritengono che l’assemblea di giovedì riserverà delle grosse sorprese: rumors dicono che potrebbero emergere fondi che avrebbero rastrellato azioni in questi giorni e altri azionisti, tutti soggetti pronti a sostenere la lista di Mincione allettati da una possibile vendita della banca.
Si prospetta una specie di battaglia campale. Ancora non è chiaro però con quali armi i «nemici» potranno combatterla. Si conoscono invece i «campioni» degli schieramenti, Malacalza è riuscito a presentare nella propria lista nomi come Pietro Modiano, Lucrezia Reichlin e Fabio Innocenzi. Il team Mincione-volpi-spinelli
ha puntato su Paolo Fiorentino, l’ad uscente di Carige che dopo un’iniziale luna di miele è entrato in collisione totale con Vittorio Malacalza e con un buon numero dei consiglieri che si sono dimessi uno dopo l’altro. Fiorentino non ha mai nascosto come il suo progetto sia quello di andare verso un’aggregazione, soluzione avversata da Malacalza che forte del suo 27,6% vuole mantenere la posizione di socio di riferimento (la famiglia ha investito nella banca genovese circa 400 milioni di euro) e non rinunciare al progetto di una banca legata al territorio.
E’ possibile che dal confronto di giovedì non esca una vittoria netta e che l’assemblea esprima un voto frammentato, circostanza che certo non aiuterebbe a dotare la banca di una governance stabile più che mai necessaria. Sullo sfondo, inoltre, rimane la delicata partita aperta dalla Procura di Genova che ha avviato un’indagine sull’operato del cda guidato da Fiorentino acquisendo i verbali delle riunioni e ascoltando come testimoni i componenti del board.