Soda: i volumi? Stile maestro Manzi Linguaggio chiaro per leggere le aziende
Il curatore: rivolti a tutti, per comprendere come funziona il motore del nostro Paese
Ce n’era davvero bisogno?
«Certo, ora più che mai — risponde convinto Giuseppe Soda, direttore della Sda Bocconi school of management e coordinatore della collana «Il management» promossa insieme con L’economia del Corriere —. Con queste 20 pubblicazioni vogliamo aprire al grande pubblico i cancelli dell’impresa. Per capire davvero l’economia bisogna smontare la scatola nera che regola l’attività delle aziende. E scoprirne i meccanismi».
Veramente di economia parliamo già tantissimo ogni giorno. Termini come «spread» o «deficit» sono diventati di uso comune.
«Lei parla, guarda caso, di espressioni che hanno a che fare con la macroeconomia. La verità è che in questi anni si è discusso molto di finanza pubblica, per esempio. Ma poco di temi legati all’impresa. E invece è da qui che bisogna ripartire».
Nell’era dell’«uno vale uno» tutti pensano di avere poco da imparare.
«Forse, in certi ambiti. In realtà quando si parla di impresa le cose vanno in un altro modo».
E come vanno?
«Molti meccanismi non sono ancora chiari ai più. Finanza d’impresa e marketing sembrano ancora argomenti per iniziati. Per questo abbiamo accettato la sfida di mettere in campo un’opera che — permettetemi la citazione — ha l’obiettivo di fare quello che il maestro Alberto Manzi fece negli anni ‘60. Una grande campagna di alfabetizzazione sui temi dell’impresa».
Certi meccanismi sono complessi. Non ci sarà il rischio di semplificare troppo?
«Come diceva Einstein, “Fate le cose nel modo più semplice possibile, ma senza semplificare”. Per noi la grande sfida è stata evitare ogni tipo di riduzionismo. E nello stesso tempo rendere i contenuti comprensibili a tutti».
Nella stagione gloriosa della nostra impresa, gli anni 60, spesso bastava una buona idea per avere successo...
«Ora non più. Lo stereotipo dello startupper con la felpa che si mette in proprio e fa un sacco di soldi è un inganno. Viviamo in un mondo complesso. Nulla si può banalizzare. L’impresa è fatica quotidiana, impegno, determinazione. Fiducia e lungimiranza. E poi l’impresa non è un uomo solo al comando. Intorno c’è una comunità. Ci sono manager e collaboratori».
Spesso gli imprenditori e le loro organizzazioni di rappresentanza lamentano un contesto culturale nemico delle imprese.
«Non credo che gli italiani abbiano una mentalità ostile all’impresa. Anzi. Partiti, sindacati, istituzioni hanno perso la fiducia dei cittadini. Le imprese, in particolare le piccole, l’hanno invece mantenuta. Noi lavoriamo per rafforzare questo rapporto».