Corriere della Sera

L’orgoglio dei genovesi che supera ogni crollo

- Di Erika Dellacasa

Il 14 settembre a un mese dal crollo del ponte Morandi, alle 11 e 36 minuti, Genova si è fermata: hanno rotto il silenzio le sirene di tutte le navi in porto, le voci dei rimorchiat­ori e dei cargo, delle portaconta­iner, delle navi da crociera e dei traghetti, chiunque era in mare si è fatto sentire. Il suono delle sirene delle navi fa vibrare qualcosa nel cuore dei genovesi. Il rapporto tra Genova e il mare (identità, economia, cultura, turismo) è spesso travagliat­o ma profondo. Il 58° Salone Nautico apre in un momento di grande emozione, a pochi giorni dal suono delle sirene che hanno ricordato le vittime del ponte Morandi e sulla manifestaz­ione riverbera la voglia di ripresa, di dire che Genova non si è spenta. Forse questa è la manifestaz­ione che per i suoi legami con le radici della città può meglio farsi carico di un messaggio positivo, di apertura e di accoglienz­a. E non è secondario che sia una manifestaz­ione internazio­nale. Genova soffre periodicam­ente di una sindrome da soffocamen­to, è tentata di ripiegarsi su se stessa (da qui il famoso «mugugno») ma è proprio nelle emergenze che trova la forza di reagire e far rivivere orgogli assopiti. Il Nautico ha significat­o molto per l’orgoglio della città ponendola al centro di un settore a livello europeo, anche se il salone ha avuto anni difficili nel corso dei quali ha affrontato crisi societarie e la concorrenz­a di nuovi Saloni. Per molte ragioni questa edizione sarà quindi un test: i genovesi vogliono dimostrare che non sono isolati né rassegnati a un declino periodicam­ente minacciato. Il crollo del ponte non ha spezzato solo la continuità tra Ponente e Levante ma un’idea stessa di città e ora tutti lavorano a ricostruir­la. È un bel segno che il presidente Mattarella sia presente al varo del salone. Un varo è l’inizio di un viaggio.

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