Ernia, il bravo ragazzo del rap che canta l’autobus 68
Conflitti razziali, guerre tra bande, povertà, emarginazione. Il rap per definizione è uno stile musicale impegnato ma poi, evolvendosi, ha perso in parte questa sua caratteristica. Un italiano però vuole riportarlo alle radici. È Ernia.
Milanese classe 1993, Matteo Professione è uno dei nomi più promettenti della scena rap italiana. Nato e cresciuto nel quartiere meneghino Qt8, ha appena pubblicato il suo secondo disco, 68, volato subito al primo posto in classifica. L’anno della contestazione giovanile però non c'entra nulla. Il 68 è un autobus. «Da una parte citare la 68 dimostra l’attaccamento al mio quartiere, dall’altra il percorso di quell’autobus è stato un po’ quello del mio ultimo anno, dalla periferia al centro, da emergente a uno dei giovani meglio considerati».
Aspetto da bravo ragazzo, mamma insegnante, senza quei tatuaggi e orecchini che contraddistinguono i colleghi, Ernia esce fuori dallo stereotipo del rapper anche nei testi. Scorrendo i titoli delle tracce si trovano riferimenti alla quotidianità, a Milano, alla musica.
Il nuovo disco si apre con King QT, un’allusione al Qt8 ma anche a Kendrick Lamar. «In Italia il rap conscious, quello impegnato, è considerato sfigato: Kendrick Lamar lo ha reso cool e vorrei fare lo stesso anche qui da noi». Lo fa soprattutto con No Pussy che si apre con un «Oh Ernia, non essere così superficiale» per poi giocare con politica e società con versi come «gli stessi che hanno votato Lega sui social hanno pianto Stephen Hawking». E spiega: «Mettere quella frase in un contenitore divertente fa arrivare il messaggio a chi non ascolterebbe mai un pezzo politico, addolcisce la pillola».
In generale 68 è molto variegato, talvolta duro, con un flow cadenzato, talaltra pop, funky quasi. «Se dovessi presentarmi con una canzone, sarebbe 68: ha qualcosa di gfunk romano, alla Flaminio Maphia, ma con un giro originale di Pino D’angiò». E ascoltandola, con i riff spensierati e le rime facili, sembra di avere nelle orecchie il buon hip-hop italiano del passato.