Il nodo del responsabile che non c’è
Micciché: «Utilizziamola 9 volte su 10». Rosetti, ora in Uefa, non è stato sostituito
Non è più questione di «se» ma di «perché». Adesso conta solo trovare soluzioni, correggere gli errori, gli atteggiamenti sbagliati, gli eccessi di fiducia. Recuperare, se serve, l’umiltà smarrita di qualcuno. Gli episodi contestati da Inter, Torino e Atalanta ieri nel recupero del posticipo con la Spal lasciano poco margine di discussione: qualcosa si è rotto. La crepa non riguarda la tecnologia in sé ma gli uomini, questo è fuori discussione, occorre però comunque intervenire. Qui e subito. Perché che la Var sia in crisi è ormai un’evidenza, non più un’opinione, e i primi a esserne consapevoli sono proprio i vertici arbitrali. I quali, si sa, storicamente non ritengono la comunicazione una priorità. Ed è in fondo proprio per questo che l’ammissione di ieri di Marcello Nicchi risulta doppiamente significativa.
Chiamato in causa dal presidente della Lega Calcio Gaetano Micciché («Sono iperfavorevole alla Var, trovo sbagliato che non se ne faccia pieno uso, ne parlerò anche con Nicchi, confido che come tutte le novità si formi una attitudine ad utilizzarla al meglio, nove volte su dieci») il numero uno dell’aia gli ha teso la mano: «C’è un protocollo chiaro e non è cambiato nulla dallo scorso anno: se gli arbitri lo seguono è ok, se sbagliano non seguendolo è un errore». Ancora più significativo è che Nicchi sia poi dettagliatamente entrato nel merito: «In Inter-parma Manganiello e la Var hanno commesso due errori non andando a rivedere l’immagine: sul tocco di mano di Dimarco in area e su un fallo di Gagliardini. Qui l’arbitro purtroppo non aveva visto, ma la Var doveva chiamarlo».
A Udine invece Valeri ha contravvenuto le disposizioni del designatore Rizzoli: «In casi del genere — ha aggiunto Nicchi — la Var non c’entra: la disposizione dice di far finire l’azione per poter poi valutare se c’è fuorigioco con l’uso del video. Se invece la fermi prima, la Var non può più intervenire. E qui non è neanche più questione di protocollo: ha sbagliato per precipitazione». Dall’alto già in queste ore è arrivata una direttiva netta, rigorosa, definitiva: quando avete un dubbio, anche solo