Gros: «Il tridente era la formula giusta»
d Queste sono Olimpiadi della politica, non dello sport
A Cortina dovranno rifare la pista di bob, a Cesana ce n’è una già pronta
Piero Gros, olimpionico dello sci, ex sindaco di Sauze d’oulx e già direttore del villaggio olimpico del Sestriere nel 2006, nella corsa ai Giochi invernali 2026 non ci sarà più Torino. Andranno invece avanti Milano e Cortina. Che cosa ne pensa?
«Una candidatura italiana la vedo sempre bene. Ma dall’altro lato sono ferocemente incaz…: la formula giusta per me era quella a “tridente”. Sono Olimpiadi della politica, non dello sport».
Secondo molti, però, sarebbero state ingestibili. Carta geografica alla mano, da Torino a Cortina, passando per Milano…
«Non è così: forse qualche difficoltà l’avrebbero avuta i media. Ma in compenso avremmo dato il meglio di noi stessi su tre poli, avremmo dato il senso di una candidatura “Italia” e avremmo scardinato alcuni concetti
anacronistici, ad esempio quello del villaggio olimpico: gli atleti preferiscono andare negli appartamenti».
Che cosa è stato sbagliato, secondo lei?
«Il Governo e il Coni avrebbero dovuto imporre la soluzione su tre poli, alzando la voce».
Entrambi sottolineano che hanno fatto il possibile. Ma Milano voleva un ruolo trainante e Torino pare non volesse concederlo.
«Io per primo riconosco che Milano merita una parte primaria nel contesto dei Giochi. Ma non capisco perché non si potesse andare d’accordo: parliamo di Europa unita e non riusciamo a unire l’italia. Se non c’è armonia, non ci si sta occupando di sport ma di business e di soldi. Nello sport ci sono solo scelte logiche, ma qui non ne vedo tante».
Per esempio?
«Spendere per rifare la pista di bob di Cortina, mentre a Cesana Pariol ce n’è una ben più moderna da riattivare: credo che ci prenderanno in giro, per questo; ma io lancerò una provocazione».
Prego, la illustri.
«Dirò ai sindaci di Cesana Pariol e di Pragelato di mettere comunque a disposizione la pista di bob e i trampolini. E a quel punto faremo un confronto sui costi».