Merkel media Il capo degli 007 sarà trasferito
BERLINO Minimizzare la «caccia allo straniero» dei neonazisti per le strade di Chemnitz, negando l’evidenza e smentendo la cancelliera, è costato il posto a Hans-georg Maassen, fino a ieri presidente del potente Ufficio per la difesa della Costituzione, l’intelligence federale interna. Una riunione di vertice tra Angela Merkel, il ministro degli Interni Horst Seehofer e la leader socialdemocratica Andrea Nahles ha deciso la rimozione del capo degli 007, che tuttavia non verrà licenziato ma spostato al ministero degli Interni come sottosegretario. È il compromesso calibrato per evitare una crisi di governo su una vicenda che stava sfuggendo di mano e allo stesso tempo salvare la faccia a Seehofer, il quale fino all’ultimo ha cercato di difendere il suo funzionario nonostante le richieste di dimissioni avanzate da socialdemocratici e opposizioni. Il caso Maassen conferma l’instabilità permanente interna alla Grosse Koalition, che per la seconda volta in pochi mesi ha rischiato di saltare. Al vertice del Bundesverfassungsschutz dal 2012, Maassen controverso lo era almeno dal 2015, quando aveva criticato la decisione di Merkel di accogliere oltre 1 milione di rifugiati. All’inizio di settembre, di fronte ai video che documentavano le violenze estremiste contro gli stranieri seguite all’uccisione di un tedesco a Chemnitz, di cui sono sospettati tre richiedenti asilo, Maassen ne ha messo in dubbio l’autenticità, parlando addirittura di «false informazioni» per distrarre l’opinione pubblica dall’omicidio. «Non c’è nessuna prova certa che ci sia stata caccia all’uomo», ha detto contraddicendo la stessa Merkel. La sua posizione è peggiorata quando sono emersi i canali di comunicazione privilegiati tenuti da Maassen con il partito di estrema destra AFD, che nella vicenda si è schierato in sua difesa. La Spd ne ha fatto una questione di equilibri interni alla coalizione, cercando finalmente di far pesare la sua presenza. Merkel, pur convinta di doversi sbarazzare del funzionario, ha dovuto mediare per evitare la crisi e non umiliare Seehofer, leader della Csu bavarese, alla vigilia delle elezioni regionali di ottobre in cui la gemella della Cdu rischia di subire una grave sconfitta.