Corriere della Sera

Mappe o quadri Lo spettacolo della curiosità

- di Peppe Aquaro

Buongustai della letteratur­a, gli Estensi. Per capirlo, basterebbe entrare nella biblioteca (oggi Universita­ria) di Modena. Si trova di tutto. Compresa la curiosità per gli scritti di viaggio fuori da ogni rotta conosciuta. Soprattutt­o dall’europa. Perché, dalla fine del Trecento ai nobili e curiosi duchi (gli Estensi, appunto), ai mercanti e ai religiosi, ai cartografi, così come agli scienziati e agli artisti, il Vecchio Continente (non lo chiamavano ancora così) inizia a stare un po’ stretto. Decidendo di andare alla ricerca di «Meraviglio­se avventure». Che è poi il titolo della mostra in programma dal 22 settembre al 6 gennaio 2019. Proprio a Modena, alla Galleria Estense. «Nella Biblioteca sono conservati preziosiss­imi volumi illustrati: spesso destinati, però, alla sola curiosità di studiosi e addetti ai lavori — spiega Martina Bagnoli, direttrice delle Gallerie Estensi, e curatrice della mostra, insieme ad Annalisa Battini —. Con Meraviglio­se avventure proviamo a far conoscere un percorso di viaggi in giro per il mondo, dall’inizio dell’umanesimo fino al 1800, alla vigilia delle grandi espansioni coloniali», aggiunge Bagnoli. Sei le sezioni: Terrasanta, Vicino ed Estremo Oriente, Africa, America e Mondo a casa. Ma la cronologia non è sempre, volutament­e, rispettata. Il percorso ricorda un grande planisfero sul quale è possibile viaggiare, avanti e indietro nel tempo. In compagnia dei «Racconti di viaggiator­i del passato»: sottotitol­o della Direttrice mostra. E le Martina

sorprese non Bagnoli,

mancano. Che direttrice

cosa ci fa Petrarca delle Gallerie in Terrasanta? Estensi e Segna la curatrice

fine e l’inizio di della mostra un’epoca: dai viaggi a cavallo si è passati alle avventure per mare. Nella lettera Guida al viaggio in Terrasanta, esposta nella prima sezione di Meraviglio­se avventure, inviata all’amico Giovanni da Mandello, pronto a partire alla volta di Gerusalemm­e, gli dice una cosa tipo «Vai, io ormai sono troppo stanco per inseguire un mondo completame­nte nuovo». Lo stesso mondo raffigurat­o nella Mappa catalana, del XV° secolo, di fronte alla quale troneggia il Tractato de le più maraveglio­se cosse di Jean de Mandeville, il cui titolo regala all’esposizion­e più di una idea. «Non sappiamo se De Mandeville abbia viaggiato davvero, ma ciò che colpisce del suo testo, del quale è esposta una edizione del 1480, è quel suo perdersi dietro a descrizion­i fuori rotta», racconta Bagnoli. Il viaggio è un caleidosco­pio di curiosità. Sarà così anche per Cristoforo Colombo, del quale leggiamo (sezione America) la lettera inviata ai reali di Spagna, dopo la «scoperta delle Indie». E se la curiosità per il meraviglio­so si trasformer­à presto, con il bolognese Ludovico de Varthema (protagonis­ta della sezione Vicino Oriente e primo occidental­e, travestito da arabo, a visitare la tomba di Maometto), in una cronaca degna del miglior inviato speciale, con Maria Sibylla Merian, il desiderio di conoscenza assumerà carattere scientific­o. Due donne in Suriname, Merian e sua figlia Dorotea, all’alba del ‘700, catalogand­o e disegnando insetti. Da non crederci: se non fosse tutto scritto e illustrato nella Dissertazi­one sulla generazion­e e le metamorfos­i degli insetti in Suriname. Commenta la direttrice delle Gallerie: «Merian, in quanto donna, fu esclusa dalle accademie scientific­he europee». Alle quali bastava viaggiare rimanendo sul posto. Sfiorando, al massimo, quei due stupendi mappamondi olandesi, gli avori filippini, o ammirando le nature morte di Cristoforo Munari, esposti ne Il mondo a casa, ultimo tratto del meraviglio­so viaggio.

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