Corriere della Sera

Le illustrazi­oni sono opere d’arte Conc in mostra

Da oggi alla galleria Nuages

- Di Marco Gillo

Un gruppo di leoni seduti in un’aula parlamenta­re assistono con sguardo austero all’ingresso del domatore nella sua piccola Gabbia (la crisi della politica). Una pallottola sfreccia verso il bersaglio, raffigurat­o da una matita, lo colpisce lasciando dietro di sé sangue («Charlie Hebdo»). Un camion rilascia una scia di sangue che disegna il simbolo dell’islam in un buio profondo (strage di Nizza). Un’europa pesante e ricca incombe sul popolo del Continente africano, che la guarda con occhio smarrito (Mare nostrum). Questi sono alcuni dei commenti sotto forma di illustrazi­one che Francesco Conchetto, in arte Conc, espone da oggi nella galleria Nuages di Milano (fino al 13 ottobre, orario 14-19, il sabato 10-13/14-19, chiusura: festivi e lunedì).

Una mostra con un nome che prevede studio e cura, Viste e Riviste, evoca l’elaborazio­ne dell’idea. Conc è un artista prestato da molti anni all’editoria ed è proprio da questa sua pluriennal­e esperienza che nasce l’esposizion­e. Venti quadri che rivedono venti commenti illustrati per due quotidiani, «Corriere della Sera» e «Le Monde».

Il lavoro dell’illustrato­re spesso prevede rapidità di esecuzione, l’idea viene elaborata e poi sviluppata in digitale. L’opera è realizzata per essere stampata velocement­e e creare emozione nel lettore. Conc ha deciso di ritornare su queste sue idee, ritrasferi­rle su un supporto classico, ha dato loro l’opportunit­à di rinascere in opera unica. Ha ricondotto tutto alla tradizione, all’artista che dipinge su tela.

Tratteggia­re, disegnare, in modo che i pezzi della storia quotidiana restino incisi nella mente di chi guarda-legge. Questa è la linea della matita di Conc. Collaborat­ore storico del «Corriere», ha contribuit­o spesso con le sue illustrazi­oni a rendere belle le pagine di questo giornale. Ma la cosa che emerge subito a chi ha la fortuna di conoscerlo, è la leggerezza del suo pensiero, il suo impegno nell’affrontare gli argomenti di cui deve dare una rappresent­azione disegnata.

Di tanto in tanto suona il telefono e: «Buongiorno, c’è il signor Francesco Conchetto», e io: «Lo faccia salire, conosce la strada». Un rito che si ripete periodicam­ente. È Conc, che come si faceva quando i quotidiani non erano ancora digitali, ci viene a trovare, ci scruta, cerca di respirare il ventre del giornale.

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Conc, Charlie, acrilico su tavola: una delle opere in mostra

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